Rinegoziare le regole in Europa

L’Europa è in deflazione e i debiti pubblici dei Paesi membri in aumento, è necessario prenderne atto. La Grecia, prima della marcia indietro di Tsipras, aveva annunciato di volere portare in Europa, per affrontarli, punti sistemici fondamentali quali la conferenza sul debito e il new deal per gli investimenti, successivamente, con la vittoria elettorale, Tsipras ha dimenticato e, dopo gli incontri con la Bce, il Fmi,la Commissione e l’Unione europea, ha fatto marcia indietro su tutto. Sui punti sistemici l’Italia avrebbe dovuto unirsi e porre la questione con forza.

Il piano greco presentato, obbligato dal default imminente per mancanza di fondi, consentirà invece alla Grecia di superare appena quattro mesi, in seguito il Paese sarà punto a capo, da salvare per la terza volta a condizioni da rivedere nuovamente, ove mai abbia rispettato le attuali. I ministri dell'eurogruppo hanno approvato la prima lista di riforme presentata dal governo greco, prorogando l'attuale programma di aiuti, con liquidità da parte della Bce data con il contagocce e nessun prestito ponte. Le privatizzazioni già fatte e concordate andranno avanti, non è previsto nessun piano per l'emergenza umanitaria e gli aiuti restanti, sette miliardi circa, verranno concessi solo ad aprile 2015, dopo che sarà stato completato e verificato il piano di riforme.

Non è certo la svolta né alla situazione greca tantomeno a quella europea. Se ci si chiede il perché questa Europa della austerità merkeliana abbia inteso oggi, senza troppo fiatare, protrarre l’agonia greca, la risposta è nel fatto che durante l’anno corrente 2015 saranno ben sette i Paesi membri che andranno a votare e l’Europa a trazione tedesca non intende rinfocolare o andare ad aizzare gli scetticismi manifesti contro questa Europa che ha tanto sbagliato in politica come in politica economica. L’Europa a trazione tedesca sa che non è il momento di esibire pericolosi esempi da imitare alle prossime elezioni. La Grecia sarà costretta inevitabilmente a ristrutturare il debito, e sa bene che l’accordo raggiunto adesso serve solo a prendere tempo.

Come più volte detto, la Grecia dovrebbe suonare da campanello d’allarme per l’intera Europa targata Merkel e non, perchè il problema della deflazione e dei debiti pubblici è di tutti, anche della Germania, così come della Francia, della Spagna, dell’Italia e via dicendo. La Grecia sta solo cominciando a gridarlo forte per tutti, ma nessuno ascolta. Solo con l’Unione politica europea si possono deliberare quelle correzioni necessarie in grado di rimodulare e provare a fare funzionare l’euro. Le “riforme” burla dei governi che imbrogliano non servono, né per il Paese membro né per l’Europa. In altre parole non è con un’altra operazione di precarizzazione del lavoro in Italia che si risolve il problema. L'Europa tutta ha disperatamente bisogno di crescita contro la disoccupazione dilagante e per uscire dalla deflazione. C’è bisogno di coordinamento politico democratico, tanti investimenti e riforme vere.

L’Europa tedesca non può continuare ad affondare governi di Paesi membri per tenere fede ad un sistema di governance dell'euro che ha disastrosamente fallito deprimendo l’intera Europa, non solo la Grecia. 
Si guardi alla Francia che è da anni in abbondante deficit eccessivo, oltre il tre per cento di Maastricht, e chiede eccezioni su eccezioni alle regole per più e più anni a venire. Sono da rivedere le regole che sorreggono questa Europa, adattare le nuove alle congiunture economiche e politiche. L’Unione ha messo insieme Paesi membri, culture e milioni di cittadini europei, deve aiutare a crescere, fare esistere un continente a fronte di altre potenze mondiali come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. Dopo cinque anni di austerità l’Italia, la Francia, la Grecia e la Spagna hanno il record storico della disoccupazione.

La Bce è intervenuta tardi, e la Germania tedesca colonizza i Paesi deboli facendo uso e imponendo a tutti gli europei politiche errate. Bisogna ricontrattare, al più presto.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:30