Europa inesistente, Califfato alle porte

Siamo in pace da settant’anni in Europa. Dal 1945, precisamente dal 9 maggio, non ci sono state più bombe sul territorio europeo. Se guerra c’è stata, è stata quella cosiddetta fredda, perché da due generazioni godiamo del più lungo periodo di pace dell’Europa, dalla fine dell’impero romano ad oggi.

Settant’anni di pace durante i quali abbiamo stabilito un’Europa priva di testa politica, un accenno di comunità economica, un raggruppamento sociale di popolazioni fino a ieri osteggiatesi tra loro e oggi prive essenzialmente di volontà o identità comuni. Le nuove generazioni fortunatamente non lo sanno, non lo sentono e vivono pensando a una comunanza europea tra le genti nettamente maggiore rispetto a quella che effettivamente c’è. L’idea originaria d’Europa è stata quella di dare corpo a un’Unione, atta non solo al commercio comune ma anche al mantenimento dello stato di pace comune, a garantire cioè la pace all’interno dei propri estesi confini. Il corpo tuttavia non si è mai dato la testa e, dopo settant’anni di pace, non ha né testa politica né un esercito che, diretto e comandato dal “capo”, possa garantire quella pace.

Non solo, gli Stati membri, come ad esempio l’Italia che ha inserito nella propria Costituzione di ripudiare la guerra, si sono sempre opposti alle spese militari pensando, in base ad una mentalità malnata e essenzialmente errata, che la pace si sarebbe mantenuta sempre da sé. Si sono indirizzati, ad esempio, in Italia, soldi e risorse comuni, derivanti cioè dalle tasse dei cittadini, a pubblicizzare ogni tipo di occupazione e lavoro, elargendo a un’intera popolazione, male occupata e profondamente scontenta di sé, assegni di tipo assistenziale sociale, pubblici. Un circuito vizioso con cui si è al contempo strangolata la libera iniziativa e il mercato, in un ottundimento stralunato quanto indisturbato, italiano e europeo.

Si vive cioè a ridosso degli Stati, testa politica e comando comuni non esistono in Europa, difesa tantomeno, tutti hanno belle cariche – europee e nazionali – ma nessuno può fare niente nè è in grado di fare qualcosa adesso che la pace non è per niente scontata. A un tiro di schioppo infatti fondamentalisti religiosi islamici sgozzano e uccidono minacciando indistintamente l’”altro” da sé, che sia la cristianità o l’occidente non fa differenza. Minacciano, bruciano, amputano, sgozzano, uccidono in un obbrobrio di macelleria bestiale più che umana. E noi come ci difendiamo? Con cosa? Come decidiamo una qualsivoglia politica a difesa e di sicurezza? Dove? Quando? Il Califfato si sente forte perché non solo ha fatto, da popolo primitivo rozzo e barbaro, coincidere il “credo” religioso (l’islam interpretato alla bisogna) con la militanza politica, ma, privo di anni e anni di comodo assistenzialismo pubblico statale, privo di assuefazione a sistemi statali di assistenzialismo sociale, è primitivamente, umanamente reattivo, e affamato di potere rabbioso e ferocia per prevalere ed essere. I fondamentalisti islamici si sentono forti. La storia insegna la sua ciclicità, ovvero la ciclicità dei suoi periodi. Marguerite Yourcenar sosteneva che la “cadenza” della ciclicità della storia fosse da individuarsi approssimativamente intorno alla cinquantina di anni. Qui siamo al settantennato, fatevi i conti.

Con grande probabilità abbiamo avuto al prezzo di cinquanta anni, un settantennato, di pace. Quando il Califfato, che si sente forte, aggredisce l’Europa, cosa gli opponiamo noi? L’”Alto rappresentante” europeo Mogherini di Renzi/Veltroni, oggi pure di fatto commissariata e privata delle deleghe dagli stessi europei con la nomina alla difesa e sicurezza del francese Barnier? Cosa volete opporre ai fondamentalisti sanguinari quasi sulle coste a sud del nostro Paese? Il governo non eletto di Renzi, il governo ladro più incapace e penoso della terra? La Pinotti alla difesa o Gentiloni agli esteri o Alfano agli interni? Ma che vadano a lavorare. Mattarella che va in gita in Sicilia e apre le porte del Quirinale, più probabilmente ai jihadisti che a noi? Caro presidente, ma che ci frega di venire a vedere il Quirinale, lei deve riformarlo il Quirinale, deve fare spending review, poi, contestualmente se non prima, deve mandarci a votare perché, come sa, è tutto irregolare, questo governo e questo parlamento, ed abbiamo invece estremo bisogno di un parlamento e di un governo effettivi, votati, capaci di contrastare le minacce vivendo nella realtà.

L’Italia con il pd e Renzi è oggi ancora più ridicola di quanto non lo sia mai storicamente stata, se possibile. E’ bene infatti ricordare chi siamo, per regolarsi su dove andare. L’Italia e tutte le nazioni europee, tranne l’Inghilterra che ha mantenuto tradizione e capacità militare, hanno delegato da tempo risalente, precisamente con la concessione di aiuti per la nostra ricostruzione , al Piano Marshall, la propria sicurezza agli Stati Uniti. Ai progressisti, al governi e non, cui lasciamo fare in Italia manifestazioni di “protesta” contro gli Stati Uniti e contro le basi americane sul nostro territorio sarebbero dovuti essere chiesti a suo tempo e da tanto tempo i danni da risarcimento per idiozia. “Grazie” agli imbecilli sinistrorsi, in Italia sono stati smantellati gli apparati difensivi e offensivi e l’Europa stessa, per la paura di intervenire in un qualsivoglia conflitto, non si è data né una politica estera né un esercito comuni.

Spera negli americani. E adesso che la guerra c’è ed è qui? Che si fa? Quando i clandestini e i rifugiati, gli immigrati sono stati fatti e vengono tuttora fatti entrare in Italia a differenza degli altri Paesi europei che li respingono sparando loro contro, non si doveva stare a guardare Napolitano che asseverava l’andazzo falso buonista sinistrorso e giocava contro ogni regola democratica imponendo governi in Italia illegittimi in affari, con Mafia Capitale, che trae linfa vitale dalla invasione immigratizia. Le crisi non arrivano d’emblée, ma si annunciano più e più volte. Vanno fermate agli annunci, non dopo, a deflagrazione avvenuta. Oggi, considerata la nostra storia nazionale, e quella in Europa, bisogna correre a nostre elezioni politiche interne in modo da assicurarci almeno un governo capace e eletto con un parlamento legittimo; in Europa, sull’onda della crisi e delle richieste disperate avanzate dalla Grecia, ricontrattare l’Unione a cominciare dalle sue istituzioni e ruoli, ridefinendo tutto alla luce della nuova Europa politica.

Solo con assestamenti tali da darci un’Unione dotata di testa politica in Europa, unitamente a governi nazionali legittimi democratici, potremo fare efficacemente fronte alle minacce che adesso possiamo solo stare a guardare, invocando e pietendo aiuti internazionali dell’Onu e della Nato che tarderanno ad arrivare e a dare manforte all’Egitto di Al sisi che ha reagito prontamente contro l’Isis a nostro vantaggio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:02