A Gaza spunta  il missile fai-da-te

Un mio articolo del 19 novembre 2012 si intitolava ‘La politica corrompe i media italiani a danno della democrazia: la Gaza ladra’ dove scrivevo “(…) la rabbia è tanta nel vedere molti – troppi – giornalisti, stravolgere le notizie che giungono dal Medio Oriente, preferendo banali traduzioni dei comunicati diramati da Hamas: gruppo islamico incluso dall’Europa e dagli Stati Uniti, tra le fazioni terroristiche più pericolose”.

A distanza di venti mesi lo scenario cambia poco, ma nel mondo dei ciechi beato chi ha un occhio: da alcuni mesi, nel Governo di Abu Mazen, si siedono rappresentanti del gruppo terroristico Hamas, ma non vi hanno dato peso i governi di Eurabia.

Dopo la reazione del 2012, Israele ha sopportato ancora i lanci di missili dalle ex terre egiziane di Gaza. Ripeto: il Sud di Israele e non quelli che vengono chiamati ‘territori’. E se del Governo ‘palestinese’ della Cisgiordania fanno parte anche le losche figure di questo ‘Movimento Islamico di Resistenza’, non comprendo per quale motivo un terrorista che lancia una bomba si chiama ‘guerrigliero di Hamas’, mentre se viene colpito diventa un ‘martire palestinese’. Se Hamas fa parte del Governo, allora i missili che piovono da quasi dieci anni su Israele, sono missili di quel che viene chiamato Stato di Palestina e si tratta quindi di un deliberato atto di guerra contro un paese che dal 1948 deve difendersi.

Facile pensare ad Albert Einstein che diceva: “Se la mia teoria della relatività si dimostrerà corretta, la Germania mi rivendicherà come tedesco e la Francia dichiarerà che sono un cittadino del mondo. Se la mia teoria si dimostrerà falsa, la Francia dirà che sono tedesco e la Germania dichiarerà che sono un ebreo”.

Una soldatessa israeliana scrive: “Non riesco a capire perché il mondo non vuole concepire che noi per primi vorremmo vivere i nostri vent’anni in pace. Facciamo parte e lottiamo per uno Stato pieno di colori, di religioni, di politiche, di tutto e siamo l’unico Stato della regione dove una donna musulmana può guidare la macchina e andare dove vuole: stiamo lottando per la nostra e per la vostra democrazia”.

Da tre giorni si legge: “40mila riservisti assediano Gaza: la guerra è vicina”. Ma non è guerra il lancio continuo di missili? Altre pecche si ascoltano e si sentono in questi giorni: da Tel Aviv eterna “capitale di Israele” a “sicuramente più di 16 missili sono stati inviati da Gaza in due giorni” (il 9 luglio sul sito del Corriere) e tanto altro ancora.

Sia chiaro che l’uccisione del giovane arabo, rapito nella capitale israeliana poi ucciso, è stata cosa a dir poco barbara. Gli stessi alti esponenti del Governo israeliano se ne sono vergognati e gli arrestati vengono trattati come normali terroristi, perché nel paese ‘ebraico’ dove i musulmani e i cristiani ricoprono anche alcune alte sfere governative e della magistratura, alcuni ebrei sono terroristi: basti ricordarsi dell’uccisione di Yitzhak Rabin. E’ stato orrendo il massacro dei tre studenti ebrei (come per il ragazzo arabo, uno di loro aveva anche la cittadinanza americana), rapiti, inutilmente cercati, poi i loro corpi trovati straziati.

Da quasi un anno si era parlato di un riarmo della striscia di Gaza, con missili più potenti forniti dall’Iran (ma pare made in China), visto che quelli siriani utilizzati dagli Hezbollah servono per questioni private dimenticate dall’opinione pubblica europea, anzi ignorate perché è ricomparso l’assassino di sempre: l’israeliano. Chissà cosa succederebbe se anche in Siria, in Iraq, in Libia e in Egitto arrivassero telefonate di preallarme del tipo “uscite dalla casa, portate via i bambini e le cose che più vi premono, perché dobbiamo annientare una rampa lanciamissili”?. Una decina di minuti dopo l’arrivo di un missile privo di potenziale esplosivo come ultimo avviso, poi l’attacco mirato.

La caccia ai vigliacchi è aperta e bambini o intere famiglie sono scudi di assassini. Poi ancora missili su missili inviati a loro dire ovunque ci sia un ebreo. Gerusalemme città santa anche per i musulmani? “Ma de che” si dice a Roma. Per la Treccani “Gerusalemme è città santa per l'Islam perché secondo la tradizione da qui il profeta Maometto spiccò il volo su un carro di fuoco”. Oggi Maometto spicca il volo su un missile e importa poco della città che anche i palestinesi vorrebbero come capitale.

A Gaza è stata aperta la filiale Ikearab: tre missili al prezzo della pace per i tuoi figli. Monta il tuo missile, l’armadio lanciamissili è compreso nel prezzo come la cucina nascondi rampa. E, ovviamente, i missiletti per bambini, forniti con un corredo di bandane verdi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 18:46