Distruggere Israele “non è genocidio”?

Invocare la distruzione dello Stato ebraico “non è istigazione al genocidio”. Parola di Human Rights Watch. David Feith, del Wall Street Journal, è venuto in possesso di e-mail interne dell’Ong di cui ha dato conto la scorsa settimana in un reportage intitolato “Ballando attorno al genocidio”, dedicato al sospetto pregiudizio di Human Rights Watch contro Israele e allo scontro interno ai vertici dell’organizzazione circa il suo capo, Kenneth Roth, e al fatto che questi non abbia mai preso sul serio gli appelli iraniani per la distruzione di Israele.

Secondo quanto scritto sul Wall Street Journal, il vice presidente di Human Rights Watch, Sid Sheinberg, avrebbe scritto in una e-mail che «non muovere un dito mentre l’Iran accampa giustificazioni per uccidere tutti gli ebrei e annientare Israele è una posizione indegna della nostra grande organizzazione». Sempre secondo il giornale, il direttore esecutivo Roth avrebbe commentato così: «Molte dichiarazioni dell’Iran sono sicuramente deplorevoli, ma non costituiscono istigazione al genocidio. Nessuno ha agito sulla base di esse». Insomma, finché Teheran non si decide a sganciare l’atomica, tutte le minacce rimangono sulla carta. Lo stesso errore che si fece con Hitler. E anche all’epoca della Società delle Nazioni non mancavano le organizzazioni umanitarie che chiusero gli occhi. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha più volte dichiarato che «Israele deve essere spazzato via dalla carta geografica» (uno slogan ampiamente ripreso da attive organizzazioni terroristiche sponsorizzate dall’Iran, come Hezbollah, Hamas e Jihad Islamica palestinese), mentre l’ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani ha esplicitamente prospettato l’ipotesi di lanciare missili nucleari su Tel Aviv.

Interpellato dal Wall Street Journal, Roth, pur concedendo che una commissione potrebbe esaminare meglio la propaganda iraniana anti-israeliana, ha confermato di essere convinto che l’Iran non istighi al genocidio e che, anzi, la pressione a etichettare come “genocidi” gli appelli di Teheran «fa parte del tentativo di far rullare tamburi di guerra contro l’Iran». Non resta che sperare che nulla veramente accada. Anche perché la consolazione del potere dire “noi l’avevamo detto” è veramente l’ultima cosa che passa per la testa. Resta il problema che organizzazioni come Human Rights Watch, ma anche Amnesty (o meglio “amnesy”) International, vengono finanziate anche con i soldi del contribuente planetario. Non sempre entusiasta di queste sottovalutazioni un po’ interessate.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:32