Il film blasfemo non è israeliano

Né il regista né il produttore del film “Innocence of Islam” hanno la cittadinanza israeliana. Con buona pace della disinformazione che anche ieri la maggior parte dei media italiani ed internazionali dava senza neanche degnarsi di verificare le fonti.

Ancora una volta dobbiamo dire grazie al blogger Emanuel Baroz e al suo sito, anche su Facebook, “Focus on Israel”, per avere contribuito a smantellare l’ennesima bufala antisemita e anti-israeliana (che poi è la stessa cosa).

A confermare il fatto di cui sopra, a diversi organi di stampa israeliani, è stato un alto funzionario del consolato israeliano a Los Angeles.

“Non ci risulta che esista in Israele alcun Sam Bacile e non risulta nemmeno essere conosciuto da qualcuno della comunità ebraica in America”. Queste le parole lapidarie del funzionario israeliano. Pare infatti che si tratti uno pseudonimo. Sembra che il consolato israeliano di Los Angeles, pressato dalle richieste, abbia fatto anche una veloce indagine tra i produttori di Los Angeles e nessuno conosce, nemmeno di nome, questo Sam Bacile.

Secondo Morris Sadek, cristiano copto di origine egiziana residente negli Usa, che ha promosso il film sul suo blog, Sam Bacile sarebbe americano e nemmeno ebreo. «L’obbiettivo del film – ha detto Sadek – è quello di denunciare la discriminazione contro i cristiani in Egitto. Non so come sia uscito il legame tra Sam Bacile e Israele». Basta andare a vedere la spiegazione che ne da un video di RaiNews24 (di Iman Sabbah) per vedere il palese tentativo di accostare Israele e l’ebraismo a questo cortometraggio. La giornalista dà informazioni su Sam Bacile affermando, con certezza, che ha il doppio passaporto e che «ha prodotto quel video per aiutare la sua patria, Israele». Poi si sofferma sulla religione copta del produttore.

Oramai, infatti, c’è una sorta di “blasfemia percepita”, che supera quella effettiva, che viene infusa nelle piazze aizzate dagli imam fondamentalisti. Per non parlare del fatto che, anche se di satira su Maometto si trattasse, non si vede perché la reazione debba essere così omicida. Con lo stesso metro di giudizio, cosa avrebbero dovuto fare i cristiani quando i “Monty Python” fecero quel divertentissimo e indimenticabile film, “Brian di Nazareth”, in cui tutta la vita di Gesù e i vangeli venivano ridicolizzati? Solo gli islamici hanno diritto di uccidere in nome del loro Dio? Esistono religioni con sensibilità e suscettibilità protette?

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:38