9/11: un eroe israeliano

Ogni “nine eleven” che Dio manda in terra gli ebrei vengono rievocati a torto, molto spesso, e, qualche volta, anche a ragione. Il 2012, a undici anni esatti dalla tragedia che cambiò il mondo occidentale non di certo in meglio, non ha fatto eccezione. Ma, per una volta, accanto ai soliti accenti complottistico apocalittici secondo i quali dietro l’attentato alle Torri Gemelle è apparsa anche una versione positiva che testimonia il vano eroismo di un cittadino americano di religione ebraica nel cercare di fronteggiare uno degli infami attentatori sul volo 11 American Airlines prima che quest’ultimo si schiantasse sulla prima torre.

Il rapporto della commissione Usa sugli attentati dell’11 settembre 2001 pubblicato martedì scorso riportato da Haaretz, e diffuso in Italia solo dal sito Focus on Israel, di Emanuele Baroz, conferma infatti, fra l’altro, la vicenda dell’israeliano Daniel Lewin, passeggero sul volo 11 American Airlines, che tentò di impedire il dirottamento facendo irruzione nella cabina prima che l’aereo venisse fatto schiantare dai terroristi sui grattacieli del World Trade Center, e dunque fu probabilmente la prima vittima degli attentati di quel giorno. Secondo il rapporto, Daniel Lewin sedeva in prima classe quando vide due dei terroristi del gruppo guidato da Mohammed Atta e Abdul Aziz al-Omri, che si dirigevano verso la cabina.

Lewin tentò di fermare i due, ma un terzo terrorista, identificato come Satam al-Sukami, lo assalì alle spalle e lo accoltellò, ferendolo in modo gravissimo, probabilmente alla gola. Non è chiaro se Lewin sia morto subito o se l’abbiano lasciato agonizzare a lungo, come lascerebbero purtroppo intendere le parole registrate di una assistente di volo. Lewin, 31 anni, aveva fondato la ditta hi-tech Akamai, con sede a Boston. Nato negli Stati Uniti, era immigrato in Israele con la famiglia all’età di 14 anni e aveva poi servito nelle unità speciali Sayeret Matkal delle Forze di Difesa Israeliane. Lasciò la moglie e due figli.

A parte questa lodevole eccezione, peraltro bellamente ignorata dai media di mezzo mondo, nel difficile rapporto “ebrei-11 settembre” la parte del leone hanno anche per il 2012 continuata a farla le leggende complottiste diffuse per la prima volta dalla tv degli Hezbollah, Al Manar. La più infame di queste leggende metropolitane sostiene che non vi furono ebrei tra i 3 mila e passa morti di quel giorno. In realtà furono molto numerosi gli ebrei, di varie nazionalità, che morirono negli attentati terroristici dell’11 settembre 2001. Fra questi, anche cinque cittadini israeliani: oltre a Daniel Lewin, perirono Alona Avraham (30 anni), Shai Levinhar (29 anni), Hagai Shefi (34 anni) e Leon Lebor (51 anni). Ciò nonostante, anche ora che l’11 settembre se lo sono “scordati” per primi i nuovi americani “Obama like”, continuano a proliferare, su Internet soprattutto, in siti non di rado apertamente antisemiti, come Veterans Today, Truth Jihad o Re-Discover 9/11, nei forum, nei blog, nei social network, le teorie cospirative antisemite.

Su Facebook ad esempio c’è l’imbarazzo della scelta, tra pagine come “Jews Behind 9/11”, “Jews did 9/11’”o “9/11 was done by the Jews and Illuminatis”. E chi osserva senza intervenire è complice del suo futuro prossimo martirio in nome di una jihad che è illusorio credere sia finita con la morte di Bin Laden.

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 17:15