
A Napoli è stato stracciato il contratto per una stagione di concerti diretti da Valerij Abisalovič Gergiev, considerato uno dei maggiori direttori d’orchestra al mondo. Motivi: è russo e si sa, poiché è pubblico, è amico di Vladimir Vladimirovič Putin. Quest’ultimo è il presidente della Federazione russa il quale ha ordinato la tentata invasione dell’Ucraina e non vuole nessuna pace prima di averla portata a termine.
Lo sfregio maggiore, di questa decisione, l’ha subita la memoria di Benedetto Croce, per un secolo l’anima intellettuale della città partenopea, sebbene abruzzese di nascita. Il nocciolo del suo storicismo idealistico, infatti, e il suo elemento più liberale, sta nella ben nota dialettica dei distinti. In essa, divise le attività dello spirito in: etica, logica, estetica, economia – e incluse in questa categoria la politica. Diversi concetti animavano queste attività e rispettivamente: il buono, il vero, il bello e l’utile. La politica ricondotta all’economia è un lascito del materialismo storico. È un residuo, nello storicismo idealistico del figlio adottivo degli zii Spaventa, dall’insegnamento di Antonio Labriola.
Comunque, anche se, quando lo scolarca liberale si atteggiò a nume antifascista, pur scavalcò il confine parlando di motivi etico-politici, mai oltrepassò il distinto tra estetica e politica. Non sono sicuro capisse molto di musica, ma per lui un direttore d’orchestra è pur sempre colui il quale deve determinare, a bacchetta, le più alte armonie strumentali nella comune sinfonia. Non contano le sue idee politiche. Non debbono mai rilevare. Bello e utile restino sempre distinti. Del resto, Marco Pannella, pur dicendosi liberale d’ascendenza crociana, anche se di esiti radicali, utilizzava per colonne sonore del suo partito i Carmina Burana musicati da Carl Orff, nazista fino al midollo.
Aggiornato il 23 luglio 2025 alle ore 12:04