Affermare che quella che viviamo è un’epoca di profondi cambiamenti è una banalità. Per nulla banale è invece notare come ci troviamo a vivere il trapasso verso un nuovo ordine del mondo. Non si tratta insomma del succedersi delle fasi storiche: si tratta invece di un mondo del tutto nuovo rispetto a quello che siamo stati abituati a vivere – comprese le generazioni precedenti – negli ultimi secoli. La novità – amara e tuttavia già preconizzata – è che l’Occidente, la nostra patria culturale e umana, non si trova soltanto al tramonto – al quale seguirà l’aurora – bensì sia prossimo alla sua definitiva scomparsa; e che questa scomparsa produrrà un nuovo ordine mondiale, che già appare all’orizzonte. L’Occidente sta scomparendo perché ha progressivamente eroso le fondamenta sulle quali si era nei secoli edificato. In sintesi. Abbiamo inventato la scienza e ci ritroviamo lo scientismo – che della scienza è la grottesca controfigura – al punto che, in epoca pandemica, si ripeteva fosse necessario “aver fede” nella scienza, sesquipedale sciocchezza da far rabbrividire Galileo e Karl Popper. Abbiamo inventato il metodo del sapere e ci ritroviamo la tirannia tecnologica degli algoritmi ai quali è stato asservito. Abbiamo inventato il diritto e la giustizia e ci ritroviamo milioni di leggi e di norme, che di entrambi non conservano neppure le tracce.
Abbiamo inventato Il giudizio universale di Michelangelo e ci ritroviamo la banana di Maurizio Cattelan, ove un ingenuo concettualismo decreta la morte della musa. Abbiamo inventato la libertà e ci ritroviamo il “capitalismo della sorveglianza”, dove la libertà muore non solo perché siamo tutti spiati, ma in quanto siamo indotti a non trasgredire i divieti tramite una dissuasione preventiva, alla quale tutti ingenuamente applaudono, senza capire che chi non gode della libertà di fare il male, non ha neppure quella di fare il bene. Abbiamo inventato l’economia e ci ritroviamo la finanza globale, ove fondi anonimi e straricchi cancellano la nobiltà del lavoro, la capacità, l’ingegno. Abbiamo inventato il Cristianesimo e ci ritroviamo una indigeribile marmellata di culti orientaleggianti ove il Dio personale è seppellito in una tomba senza nome e senza futuro. Abbiamo inventato la Chiesa e ci ritroviamo una rete di centri di assistenza sociale e psicologica ove dello Spirito si avverte solo la nostalgia. Abbiamo inventato la persona umana e ci ritroviamo una pletora di soggetti senza identità, dei quali è inutile conoscere il sesso, il nome, il ruolo, perché ogni cosa è equivalente al suo contrario. Abbiamo inventato la filosofia, il dubbio, il senso critico e ci ritroviamo l’ideologia del pensiero unico ed intransigente del “politicamente corretto”. Abbiamo inventato la tolleranza e ci ritroviamo la dittatura del relativismo, che sfocia nel nichilismo.
Aveva ben profetizzato Oswald Spengler osservando che l’Occidente ha dimenticato la profonda lezione di Johann Wolfgang von Goethe, il quale metteva in guardia dal cadere nella mortale tagliola della ingenua ideologia del progresso scientista, da un lato, e della retorica del nichilismo, dall’altro. In questa prospettiva, vanno forse interpretate l’elezione di Donald Trump e la guerra di Vladimir Putin, entrambi, in modo diverso, autocrati. In entrambi i casi è possibile vedere – non epidermicamente – la conseguenza della morte annunciata dell’Occidente. Putin invade l’Ucraina, rifiutando ch’essa possa far parte dell’Europa, cioè dell’Occidente, più che per ragioni economiche o di puro potere – pur presenti – per motivi antropologici: vuole recuperare, con mezzi violenti, ciò che l’Occidente ha buttato via. Trump vince non solo per l’inflazione e lo scontento – pur presenti – ma per motivi simili ai quali l’elettorato ancora si ispira e che lo spingono a scardinare la gabbia dell’ideologia conformista del nostro tempo.
Ecco allora il nuovo ordine del mondo, ove non si fronteggeranno più Oriente ed Occidente, bensì Nord e Sud. E non per prevalenti ragioni economiche. Ma perché America e Russia saranno assimilate dal bisogno di un recupero antropologico, mentre Cina, India, Africa e Paesi islamici, per motivi opposti, saranno loro ostili. Nel mezzo, l’Europa, la quale, impegnata a decidere quanto debbano essere lunghe le zucchine, crede di esistere come Occidente, ma che in realtà – avendo tradito Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman – non esiste: Putin la rifiuta come tale e Trump parlerà con i capi dei singoli Stati, ma non con i rappresentanti europei. Sanno ciò che gli europei si ostinano a non ammettere: che l’Europa – e con lei l’Occidente – è in via di scomparsa.
Aggiornato il 18 novembre 2024 alle ore 09:33