21 e 25 aprile, 8 e 9 giugno sono, rispettivamente, le date in cui si festeggia la fondazione di Roma, San Marco, la liberazione d’Italia dall’occupazione della Germania nazista e, a giugno, si tengono i comizi per le elezioni dei deputati all’Assemblea del Parlamento europeo. Si tratta di ricorrenze spesso non riferite nella mente a qualcosa di comune, ma, storicamente, inanellate tra loro.
Il solco tracciato da Romolo sul Palatino, il 21 aprile dell’anno I ab Urbe condita (753 avanti Cristo), secondo la tradizione (e approssimativamente secondo la storia, in base ai rinvenimenti archeologici di Andrea Carandini), ha universalizzato la libertà di autogoverno dei Greci. Questi ultimi, però, la confinavano ad un ambito strettamente razziale. Infatti, ἔθνος vuol dire nati in una stirpe. Invece Natio, cioè Nazione, significa nati in un dato posto, in un determinato territorio, senza connotazione razziale. Ciò in quanto già le tribù confluite per la fondazione dell’Urbe furono eticamente diverse, e poi ancor di più i popoli italici confederati e le genti unite sotto l’Impero. Razzisti furono i barbari, i quali strapparono all’Impero l’Occidente.
Tra quelli che si rifugiarono a mollo in laguna, per restare civili, sorse Venezia. Rimase legata a Costantinopoli. Quando Odoacre depose Romolo Augustolo imperante sull’Occidente, inviò le insegne a Zenone, imperante a Costantinopoli, il quale è indicato non per nulla come capostipite della forse più vecchia delle casate veneziane, la Zen. Venezia è una sorta di ponte nella storia nazionale italiana ed europea, tra la civiltà romana, l’Italia e l’Europa moderna fino al 1797, cioè all’alba della nuova Europa. Patrono è San Marco, la cui festa ricorre il 25 aprile. Quella data, nel secolo scorso, è fondamentale per la liberazione innanzitutto d’Italia, ma poi del Vecchio Continente, dall’occupazione nazista. Un rigurgito di barbarie.
Da quella liberazione è nata l’idea stessa di integrazione sovranazionale, quindi non antinazionale, d’Europa. Date evocative dell’origine dell’Europa. Essa non può essere un’espressione geografica. Sotto questo profilo, sarebbe solo un frammento occidentale della parte euroasiatica del Continente antico. Essa, invece, è un’Idea di convivenza liberale. Per questo merita di essere difesa, negli attuali frangenti di rigurgiti bellici. Perciò vanno confrontati, tra i programmi, i più concreti nel campo della difesa. Al momento, la più risoluta è Ursula von der Leyen. Se ne tenga conto.
Aggiornato il 18 aprile 2024 alle ore 09:57