La Confindustria, la Regione, i giornali, le parti sociali e gli ambientalisti si accapigliano, nel Friuli-Venezia Giulia, attorno a un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) di un’impresa. Essa pare sia stimata nel mondo per la capacità di realizzare impianti nel massimo rispetto per la natura. La stessa avrebbe l’appalto per realizzare un’acciaieria nei pressi della Laguna di Marano e Grado. Progetto prima guardato con favore dalla giunta regionale, e poi bloccato per un certo numero di firme raccolte in calce ad un documento ecologista. Qui non si entra nel merito, ciò che suscita interessa è altro. La ditta italiana ha l’incarico di realizzare l’impianto da parte di un’impresa siderurgica ucraina.
Rispetto al Friuli-Venezia Giulia l’Ucraina è dietro l’angolo. Negli Stati Uniti d’America, al Congresso, tra candidati alle elezioni del presidente, si può anche discutere se, come e quanto sostenere l’Ucraina nella sua resistenza “all’operazione speciale” russa, ma Ursula von der Leyen, Charles Michel, vari capi di Stato e di governo europei volano di continuo a Kiev per assicurare il governo ucraino sul pieno appoggio, finanziario e in forniture, dell’Unione europea e dei suoi Stati membri. Le sponde dell’Atlantico fanno la differenza: al di là c’è di mezzo un oceano; al di qua gli ucraini sono i dirimpettai sullo stesso pianerottolo!
Aggiornato il 09 febbraio 2024 alle ore 16:44