Matteo Salvini ha affermato, anche in occasione della conferenza coi “sovranisti” europei a Firenze, che governerà in Italia altri quattro anni fedelmente con la coalizione conservatrice, in quanto con Giorgia Meloni e Antonio Tajani lavora benissimo.
Giorgia Meloni lavora di conserva, nell’interesse della Nazione, con Ursula von der Leyen, poi oggetto di strali nel discorso di Salvini, e Tajani è il ministro degli Esteri europeista già presidente del Parlamento europeo e membro di quella Commissione esecutiva oggetto dei maggiori attacchi di quei “sovranisti”.
A prima vista, quindi, le posizioni di Salvini apparirebbero contraddittorie, se non paragonabili allo “stai sereno” dell’altro Matteo: Renzi. Soprattutto parrebbe scavare tunnel alla maniera di Hamas sotto la premier. La Meloni agisce, come ha sempre fatto, avendo a cuore l’interesse della Nazione, ma ha capito che se non vuole lo Stato nazionale ridotto alla condizione constatata a suo tempo da Luigi Einaudi – “polvere senza sostanza” – deve agire di conserva con l’Unione europea. L’Ue, infatti, è indispensabile sussidio delle Nazioni integrate, quando queste sono insufficienti per esprimere una effettiva sovranità. Nel “sovranismo” della Meloni l’”Eurosovranismo” non è nemico, ma va ricondotto a sussidio di quello delle Nazioni.
Il giorno seguente alla chiassosa e polemica festa di Firenze, Matteo Salvini, nella sua veste di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, è volato a svolgere il suo ruolo nel Consiglio dei ministri dell’Unione europea competenti per materia. In sede comunitaria il leader del Carroccio ha proposto l’abbandono di una politica “dirigista” in materia economica, per volgere l’interesse delle istituzioni supernazionali a materie quali la sicurezza dei cittadini, la difesa, il controllo delle migrazioni e altro.
Insomma, non lo smontaggio di istituzioni e competenze, ma il cambiamento degli indirizzi politici, proposto prima del rinnovo del Parlamento europeo, nel 2024, che poi dovrà votare il nuovo esecutivo. A questo punto, se così fosse, e ce lo auguriamo, nessuna “exit” dall’Unione o dall’Euro.
Salvini, come in Italia ha archiviato la secessione della Padania, in Europa spingerebbe i “sovranisti” a mettere da parte quella dall’Unione. Allora tutto sarebbe compatibile con l’indirizzo del governo conservatore di Giorgia Meloni e l’ideale di fare dell’Unione lo strumento per la riunificazione dell’Europa.
Aggiornato il 07 dicembre 2023 alle ore 09:31