Abramo ebbe una moglie, Sara. Questa non riusciva a dargli un figlio, e allora propose al marito di concepirlo con la serva, Agar, dalla quale nacque Ismaele. Poi anche Sara restò incinta, e saltò fuori Isacco. Allora Sara si ingelosì e fece cacciare la serva. Da questa storia di amori ancillari nacquero gli arabi, discendenti da Ismaele, distinti dagli ebrei discendenti da Isacco. Però nessuno ha i caratteri della famiglia paterna come la discendenza spuria. E così in genere gli storici delle religioni rilevano come la morale espressa anche nell’arabo Corano sia la stessa che si legge nell’Antico Testamento. Di fatti, in antico, anche gli ebrei lapidavano le adultere, come usa tuttora in certi Paesi islamici. Anche in Iran dove non sarebbero arabi ma ariani di certo più di Adolf Hitler. In Israele non si fa ancora, forse perché si ama poco Gesù Cristo. Anche perché ordinò che a tirare la prima pietra fosse chi era senza peccato. Così mandò tutti a spasso.
Comunque sia, il senso di quella morale è nel Deuteronomio. Quanto ai rapporti con i vicini, nelle terre tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo, bisognerebbe “impossessarsi delle case piene di beni che tu non hai riempito, pozzi scavati che tu non hai scavato, e vigne e ulivi che tu non hai piantato”. E per questo Hamas vuole scacciare i coltivatori dai kibbutz. Poi, per ritorsione, certi israeliani leggono nello stesso libro 7,1 delle nazioni le quali popolavano quella terra, e sono attratti dal n’2: “E per questo l’Eterno, il tuo Dio, le avrà date in tuo potere e tu le avrai sconfitte, le voterai al completo sterminio”. Far vivere in pace i fratellastri, soprattutto quando discutono di eredità, è quasi impossibile. A meno che non si dividano in due Stati e con una forza d’interposizione fra loro.
Aggiornato il 08 novembre 2023 alle ore 16:29