La necessità di una sussidiarietà mondiale

Mentre nei sondaggi cresce il consenso nei confronti del Governo conservatore di Giorgia Meloni – anche per l’inconsistenza del Partito Democratico e, in genere, della sinistra – e il cosiddetto Terzo Polo si sfalda, occorre precisare che si tratta di un aumento di approvazione tra quel poco più del 63 per cento di aventi diritto i quali si sono recati alle urne alle Politiche del 2022.

Negli altri Stati liberi democratici le cose, in fatto di percentuali di votanti, in genere, non vanno meglio. Come si è già ricordato altre volte, secondo il sociologo tedesco elvetico del secolo scorso, Ulrich Beck, i tanto bistrattati assenteisti, soprattutto giovani, in realtà votano “con le scarpe”. Invece di dare una loro preferenza, quel giorno vanno altrove, in quanto intuiscono che nell’era globalista i poteri nazionali non possono incidere sulle scelte fondamentali per la loro vita.

Ad esempio, per tornare alla cronaca corrente, il Governo pensa che sia meglio lasciare il salario alla contrattazione collettiva. La sinistra, invece, propone che si imponga un salario minimo. Gli italiani più informati sanno, però, che se i salari nel Belpaese sono maggiori rispetto ad altre nazioni, le imprese qui da noi chiudono gli opifici e licenziano le maestranze, che perdono quell’emolumento. Poi delocalizzano, cioè spostano le fabbriche e gli uffici in Paesi dove la manodopera costa meno. Un amico consulente di molte società mi dice che, da anni, molti suoi clienti non aprono da noi poiché, dovendo chiudere i bilanci a fine anno, se hanno cause in corso con clienti o fornitori, non posso attendere che il giudice decida dopo decenni.

Giorgia Meloni, anche per questo, ha capito quanto l’Unione europea sia indispensabile. Infatti, ci sono decisioni per le quali la sfera nazionale è inadeguata ed è necessario un provvedimento a livello d’Unione. Questo, però, è possibile perché esistono le istituzioni comunitarie, con propri organi e poteri, indispensabili perché possa operare un criterio di sussidiarietà con le nazioni.

Ma oltre l’Europa c’è il globo terraqueo. E lì le organizzazioni internazionali non hanno istituzioni strutturate in modo da mettere in moto una reale sussidiarietà. Il nostro Governo cerca di costruirla. Ad esempio, nel pensare all’idea di una cooperazione senza sfruttamento unilaterale con le nazioni africane, coinvolge nel Piano Mattei l’Unione africana e l’Unione europea (che ci siano di sussidio).

È sulla via giusta, quindi. Bisogna generare, con calma ma allo stesso tempo con determinazione, una sorta di sussidiarietà mondiale. Se i cittadini avranno contezza di questo sforzo, torneranno a votare. E il nostro Governo conservatore indicherà la via da seguire alle nazioni.

Aggiornato il 07 agosto 2023 alle ore 10:30