Il deciso posizionamento del centenario Partito liberale italiano nel centrodestra, con la guida di Roberto Sorcinelli, è un ritorno alle posizioni che questo partito ebbe al suo sorgere, riagganciandosi all’eredità della Destra Storica cavouriana. In quale contesto, però, si pone adesso? I partiti del centrodestra, Forza Italia, Unione di centro, Fratelli d’Italia, hanno tutti, nel loro programma, alcuni elementi liberali, perché tutti si muovono entro una condivisione generale dei principi istituzionali della democrazia liberale. Forza Italia ostenta d’essere un partito liberale tendenzialmente “di massa”, anche se oggi un poco sgonfio. Comunque, anche in esso, come negli altri del centrodestra, i motivi liberali si scontrano con istanze corporative, protezioniste e stataliste.
Il ruolo del Pli non può che essere quello di rappresentare, nella compagine, il liberalismo duro e puro, come enunciato, peraltro, nel suo sito Internet: la libertà è sacra, la proprietà privata è inviolabile, la persona al centro, spendere meno e meglio, Europa sì, ma come la voleva Luigi Einaudi. Alle recenti elezioni amministrative il partito ha ottenuto qualche risultato in Toscana e a Fiumicino, ma la scelta è tornare a essere un partito saldo nei principi però minoritario, come lo è stato dopo il suffragio universale, cioè nel secolo di organizzazione in partito, o farsi lievito liberale di tutta la coalizione, per un nuovo Risorgimento. All’interno del partito si discute della possibilità di un doppio tesseramento coi partiti del centrodestra, al fine di promuovere quei principî al loro interno. Questa via va sostenuta, perché essi vanno difesi contro ogni istanza illiberale.
Aggiornato il 04 agosto 2023 alle ore 09:27