Un partito per i liberali della destra

La domanda è: trapassato Silvio Berlusconi in Eterno, la Destra conservatrice ha ancora bisogno dei “moderati”? Il “Partito liberale di massa” del 1994 è, oggi, ridotto a una Forza Italia all’8 per cento, non una massa e men che meno una forza. La circondano Lorenzo Cesa e altri cespugli, fin troppo potati.

Questo, a nostro avviso, è il risultato di aver fatto cultura più con gente di spettacolo, molta immagine e poca sostanza, che approfondendo una traduzione culturale. Proprio quella che fece risorgere un’Italia ridotta ad “espressione geografica”.

È probabilmente per la tardiva consapevolezza di ciò che lo stesso Silvio Berlusconi, Antonio Tajani, Lorenzo Cesa – per l’Unione di centro – si sono sbracciati in saluti quando un risvegliato Partito liberale italiano ha celebrato il centenario della sua nascita, lo scorso anno. Sì. Il Pli nacque nel 1922, lo stesso anno della “marcia su Roma”, ad opera però di una Destra che voleva mantenere ben saldi i principi di Libertà che i “podisti” travolsero.

Per questo, da un lato, forse quei liberali non più di massa potrebbero trovare il nucleo storico della loro essenza ideale, accorpandosi attorno a quella tradizione, con un’alleanza col ridestato Pli. Dall’altro, la fiamma tricolore, non più “nostalgica” ma conservatrice, all’interno di una moderna democrazia liberale, avrebbe tutto l’interesse al nuovo alzabandiera del vessillo italiano.

Aggiornato il 17 giugno 2023 alle ore 09:49