Il cancro della vanità

Sassolini di Lehner

Nella nostra temperie, dove spiccano gli scappati dalla neurodeliri, tutto fa spettacolo anche il cancro e certuni quasi se ne vantano e lo raccontano, firmando con nome e cognome, come se la storia delle loro cellule impazzite sia coperta da copyright.

Nessuna particolare solidarietà, quindi, a chi spettacolarizza la propria sofferenza come Michela Murgia e tantomeno a quanti, facendo anch’essi una sceneggiata napoletana, la riabilitano e ne rivelano pregi, meriti e bontà, come si usa con i defunti freschi di giornata.

No, non è morta, è solo protagonista di un proprio lacrimevole atto unico, mentre molti, troppi signori nessuno vivono in silenzio la resa dei conti tumorale.

Il cancro è animale generoso, tanto amico dell’uomo da non negarsi a nessuno, tant’è che io stesso ci ho combattuto, concentrato e silente, però, convinto che, se avessi rivelato la mia malattia con una lettera al Corriere della Sera, avrei ricevuto un giusto e dovuto “chissenefrega! Chi ti credi di essere, altri milioni stanno come e peggio di te!”.

Tale risposta credo che meriterebbero quanti fanno cronaca patologica di se stessi, contendendo al bravo intervistatore Luciano Onder le ultime notizie di Medicina 33.

Aggiornato il 12 maggio 2023 alle ore 09:53