Bei vigliacchi

Quanto affermato dal presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa la scorsa settimana, sull’eccidio di Via Rasella, in Roma, del 23 Marzo 1944, ad opera dei Gap, formazioni terroriste comuniste a cui, in anni molto successivi del Dopoguerra, si sarebbero ispirate le Brigate rosse, è la pura verità storica, taciuta per mezzo secolo, per influenza del Partito comunista italiano. Fu voluto per provocare, nel clima di Roma “città aperta”, la rappresaglia nazista, sfociata nell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 26 successivo. Si riassumono brevemente i fatti. Una dozzina di “gappisti”, tra i quali Carlo Salinari, Franco Calamandrei, Rosario Bentivegna e Carla Capponi, fecero esplodere un ordigno, al passaggio di una colonna di soldati tedeschi del corpo di polizia militare, non delle SS, completando l’opera con un lancio di bombe a mano sui superstiti.

Poi, si guardarono bene, per evitare la rappresaglia, di comportarsi come Salvo D’Acquisto, consegnandosi loro ai tedeschi. Lasciarono compiersi l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Quella rappresaglia era proprio quanto i comunisti cercavano, per evitare fosse troppo comodo, per i romani, il regime di “città aperta”, ed esasperare la popolazione. Solo il Partito comunista si fece bello dell’attentato. Infatti, il Comitato di liberazione nazionale, per l’opposizione del suo presidente, il demolaburista Ivanoe Bonomi, del Partito liberale italiano e della Democrazia cristiana, si rifiutarono. Le posizioni di Ivanoe Bonomi e del Partito liberale, sono quelle espresse dall’attuale presidente del Senato; quelle, invece, di quel Partito democratico oggi travestito da laburista, sono, invece, rimaste ferme alle comuniste d’allora. Anche perché funzionali ad armare una cagnara, per distrarre la nazione dalle scelte politiche, tutte a favore dei meno abbienti, dell’attuale governo conservatore.

Aggiornato il 04 aprile 2023 alle ore 10:21