Ucraina e diritti violati

Non c’è ombra di dubbio che l’Ucraina sia stata attaccata e invasa dalla Federazione Russa. Un diplomatico russo, il quale di recente ha affermato in un consesso internazionale che il Paese ucraino ha attaccato la Russia, è stato coperto da una grande risata di tutti gli astanti. Sebbene, per mestiere, le feluche siano abituate a sentirne di tutti i colori, trattenendosi.

Ognuno di noi ricorda quella fila di carri armati incolonnati sulla strada per Kiev. Era palese la volontà di marciare verso la capitale, rovesciare il Governo eletto, instaurarne uno Quisling, come fece l’Unione Sovietica in Cecoslovacchia. È andata male, per loro. Una fedeltà inaspettata delle Forze Armate, un tempo di una Repubblica sovietica, e una resistenza spontanea della popolazione hanno mandato al macero quel tentativo. I russi hanno riparato nel Donbass e hanno svolto due consultazioni elettorali farsa in due autoproclamate Repubbliche.

Gli ucraini hanno resistito. Il loro presidente, Volodymyr Zelens’kyj, è rimasto al suo posto con tutta la famiglia. Si è trasformato da attore comico a tragico, ha chiesto continuamente armi all’Unione europea, ai suoi Stati membri, a quelli dell’Alleanza Atlantica. Insomma: per la parte dell’Europa continentale, in linea di massima, sono gli stessi. Ciò ha anche accelerato l’integrazione europea in questo settore. Essa comincerà a produrre proiettili, con un meccanismo simile a quello allestito per i vaccini contro la pandemia da Covid-19. Gli ucraini hanno respinto i russi nella sponda orientale del fiume Dnepr. Sono stati provati, nei territori ucraini liberati, molti crimini contro l’umanità. Missili e droni russi hanno bombardato a tutto spiano i civili. Il procuratore presso la Corte penale internazionale ha dovuto spiccare un ordine di cattura conto il presidente della Federazione Russa, Vladimir Vladimirovič Putin, per la sottrazione di minori nelle provincie ucraine invase e la loro deportazione in Russia. Inoltre, lo indaga anche per altri crimini.

Adesso Putin, accusando il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord d’aver fornito armi nucleari tattiche all’Ucraina, ha dichiarato d’aver stanziato in Bielorussia missili con testate atomiche e, siccome gli occidentali hanno fornito carri armati alle forze ucraine, ha disposto la costruzione di carri in un numero triplo. Siamo, quindi, tutti con l’Ucraina, contro quest’invasione. Cominciata la primavera, auguriamo all’Ucraina di poter iniziare, al più presto, l’offensiva e liberare almeno il Donbass e, se possibile, anche la Crimea, prima che le forze armate russe possano avere la disponibilità di queste altre armi.

L’Ucraina, però, chiede anche di velocizzare la sua adesione all’Unione europea. Su questo chi scrive non è così favorevole. Vi sono segnali di gravi violazioni, da parte ucraina, della più antica e consolidata libertà in Europa, ovvero quella della credenza religiosa. Ci siamo già occupati di questo in passato. Ora la situazione sta peggiorando. Nell’XI secolo i santi Antonio e Teodosio fondarono la Laura delle Grotte di Kiev. Questa comunità di anacoreti ha subito molte persecuzioni ed è stata dispersa durante il veemente ateismo del comunismo sovietico. Si è pienamente ricostituita nel 1988: oltre duecento monaci, un’Accademia teologica con circa trecento studenti, quando tra i più antichi monasteri, in Occidente, come la benedettina imperiale abazia di Farfa, in Sabina, di monaci ne contano cinque o sei, a farla grande, con qualche novizio importato all’Africa.

Ora, questi duecento monaci e trecento seminaristi hanno ricevuto uno sfratto. Motivo? La chiesa ortodossa ucraina, come già ricordato su queste colonne, è totalmente autonoma dal 1992, ed è amministrativamente indipendente dalla chiesa russa. Il metropolita Onofrio ha preso posizione contro questa invasione ma, canonicamente, considera fraternamente la chiesa moscovita. È giunta alla Laura di Kiev, contro questa astiosa decisione, una gran massa di gente. Molti in uniforme, in quanto i combattenti ucraini sono vivi patrioti, molto religiosi. Il metropolita Onofrio si è subito recato dal presidente, con i più alti gerarchi della chiesa, ma Volodymyr Zelen’skyj, così solerte nel collegarsi in video con mezzo mondo, gli ha fatti attendere per strada, senza neppure farli ricevere dall’usciere. La libertà di credenza religiosa degli ucraini esiste ancora?

Un altro dato allarmante viene dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. Se c’è una cosa sacra, nella nostra civiltà, è la vita dei prigionieri di guerra. Non solo gli osservatori delle Nazioni Unite hanno raccolto prove dell’esecuzione di prigionieri di guerra da parte russa, ma anche da parte ucraina. Bisogna far capire al presidente ucraino che tutto ciò non è né da attore comico, né da attore tragico. Comunque, sosteniamo l’Ucraina a spada tratta in questa guerra. Ma, con questi comportamenti, dopo quella che si spera sia una vittoria, non può entrare nell’Unione europea o nell’Alleanza Atlantica.

Aggiornato il 29 marzo 2023 alle ore 09:40