Immigranti ed occupanti

Tra le letture sacre di un liberale, vi erano un tempo le lettere inviate, a nome dei coloni nordamericani, da Thomas Jefferson al Re d’Inghilterra. Vi si sviluppò, in sintesi, questo ragionamento: gli esseri umani godono, per natura, la libertà di migrare e stabilirsi dove vogliono.

Gli Angli ed i Sassoni della Scandinavia migrarono e si stabilirono in Britannia, senza esservi molestati, con pretese tributarie, dai Re scandinavi. Oggi gli Inglesi desiderosi di farlo, vanno in America settentrionale, e il Re d’Inghilterra non può pretendere tasse da loro. Il discorso pare filare, ma c’è un però. Gli Angli ed i Sassoni se ne infischiarono che l’isola fosse popolata da Britanni e governata da Romani. Il mitico Re Artù era un Arturus, comandante dei Britanni latinizzati i quali resistettero agli Anglosassoni. Così l’America settentrionale non fu spopolata, ma abitata dai Pellerossa, i quali difesero semplicemente le loro terre. Per questo l’effige d’un loro Capo, con tanto di piume, costituisce la “testa” d’un dollaro-oro, ma essi sono narrati come crudeli selvaggi dalle pellicole cinematografiche e nei fumetti.

Applicate pedissequamente la logica democratica jeffersoniana alle migrazioni nel Mediterraneo ed avrete gli Italiani nella posizione dei Britanni e dei Pellerossa. Se, poi, a questo s’aggiunge il calo demografico degli Italiani, ai ritmi attuali, nel 2050 non vi sarà bisogno neppure di costituire delle riserve.

Con ciò non si dice di non soccorrere i naufraghi in mare, ma di rispettare, tra l’altro, il diritto marittimo internazionale e le norme vigenti all’interno dell’Unione europea. Secondo il primo, le navi costituiscono territorio dello Stato di cui battono bandiera; a norma delle seconde, il migrante deve essere accolto e trattato dallo Stato nel cui territorio approda, cioè quello di cui la nave batte bandiera. Nonostante ciò, l’umanità viene ovviamente prima di qualunque regola. Infatti, il ministro agli Interni, Matteo Piantedosi, ha subito chiarito come l’Italia è sempre pronta ad accogliere i minori non accompagnati ed i malati. Ci mancherebbe altro. Poi ci sono i criminali, i quali caricano, a caro prezzo, in Nordafrica, questi disgraziati, su carrette malsicure e trasformano il Mediterraneo in un grande cimitero. Costoro vanno perseguiti ed il loro commercio, da negrieri, va impedito. Per farlo, è corretto costituire in Africa i centri di accoglienza, per smistare coloro i quali hanno diritto d’asilo e quelli che debbono tornare a casa. Questi centri debbono, però, essere gestiti da europei, mai, sia detto mai, da libici. Bisogna essere chiari. Una gestione libica significa donne violentate, uomini torturati, poi tutti uccisi, per non farli parlare, con la scusa che si è dovuto sparare perché tentavano di fuggire dal campo. 

Aggiornato il 07 novembre 2022 alle ore 09:30