Quello che convince in Giorgia Meloni è la matura statura di un capo di Governo dell’Unione europea. L’Unione europea è un corpo politico costituzionale, cioè con una propria Costituzione, i Trattati istitutivi, al cui interno operano una Istituzione di governo, la Commissione, e legislative: la Commissione stessa, che presenta le proposte, il Parlamento europeo e il Consiglio dei ministri che ne co-decidono l’eventuale adozione. Poi vi è il Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo, che coopera con la Commissione nel decidere l’indirizzo politico.
Nel programma conservatore di Giorgia Meloni, nell’assoluto rispetto della Costituzione europea – i Trattati istitutivi – si discutono certe scelte politiche, delle Istituzioni di Governo, e legislative. All’interno della cornice, quello è il quadro politico aperto alla discussione e che va discusso. In generale, nel programma illustrato da Giorgia Meloni adesso si pone in questione una troppo dettagliata disciplina del mercato, nelle minuzie (esempio, l’utilizzo di insetti a scopo alimentare, data la moda delle cucine esotiche, personalmente preferisco il risotto col radicchio trevigiano), per affrontare problemi di maggiore caratura politica (la gestione dell’immigrazione, con una stretta sorveglianza del Mediterraneo contro gli scafisti da parte di Frontex e l’apertura di centri d’accoglienza in Africa gestiti dall’Unione; è dello stesso segno, ad esempio, della proposta di Emmanuel Macron d’istituire una flottiglia aerea anti-incendio della stessa Unione).
Dati i tempi, con la guerra in Ucraina in corso e un risorgente contrasto serbo-albanese nel Kosovo, il deciso schieramento atlantista è doveroso. In questo ambito, è opportuno ricordare la giovanissima Giorgia Meloni manifestante per un esercito dell’Europa nazione, che ora sta troppo timidamente, con una misera brigata, compiendo i suoi passi. E che invece sarebbe sempre più urgente. Infatti, anche la stessa Alleanza Atlantica sarebbe più salda con uno stabile, unitario, pilastro europeo, in grado di controbilanciare le talora incerte oscillazioni della politica nordamericana.
Tra le manifestazioni elettorali di Giorgia Meloni, la più convincente è stata finora la conferenza alla stampa estera, nella quale si è espressa in un fluente inglese, in un buon francese, in un discreto spagnolo e anche in tedesco. Sarebbe un capo di Governo in grado di muoversi tra i suoi colleghi meglio di Mario Draghi. Meglio perché con più idee politiche in testa, anche se forse con meno tecnicismi economici. Ma in sede supernazionale ed internazionale si è li per discutere di politica, innanzitutto.
Aggiornato il 29 agosto 2022 alle ore 09:50