Teodosio imperversa ancora

Mettiamo in fila alcuni eventi riportati distrattamente dai mezzi di comunicazione sociale, la cui attenzione è stata attratta, giustamente, dai fatti più sanguinosi di questo conflitto: il 25 febbraio 2022, subito dopo l’ingresso di truppe russe in Ucraina, il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha sospeso, con effetto immediato, la Federazione Russa dai suoi diritti di rappresentanza nel Comitato dei ministri stesso e nell’Assemblea parlamentare. Il 10 marzo l’agenzia di stampa “Tass” ha riportato una dichiarazione del ministro degli Esteri russo, Sergej Viktorovič Lavrov, secondo cui: “Il corso degli eventi è diventato irreversibile e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’Occidente”.

Il 15 marzo la segreteria generale del Consiglio d’Europa “ha ricevuto la notifica formale che la Federazione Russa si ritira dall’Organizzazione e informa sulla sua intenzione di denunciare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”. Il 16 marzo il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, in riunione straordinaria, ha deciso, seduta stante, che da quel momento la Federazione Russa non fa più parte del Consiglio d’Europa. Malgrado a qualche giornalista non sia ancora entrato in testa, il Consiglio d’Europa non è una istituzione dell’Unione europea, ma un’Organizzazione internazionale sorta col Trattato di Londra del 5 maggio 1949, tra gli Stati liberali dell’Europa occidentale, con le finalità di armonizzare, secondo principi comuni, le diversità culturali; tutelare i diritti umani, il primato del diritto, il sistema rappresentativo parlamentare; ricercare soluzioni alle questioni sociali. Il tutto attraverso Convenzioni internazionali, discusse nell’Assemblea parlamentare, adottate dal Comitato dei ministri e ratificate dagli Stati aderenti. In realtà, il Congresso, organizzato nel 1948 all’Aia dal Comitato internazionale dei movimenti per l’Unione europea, presieduto da sir Winston Churchill, aveva chiesto che si iniziasse un processo inteso ad arrivare a una vera Federazione europea, ma in quella prima fase non fu possibile ottenere altro che una mera organizzazione internazionale.

Il processo di reale integrazione venne ripreso con la costituzione della Comunità carbosiderurgica, il 18 aprile 1958 e proseguito fino all’attuale Unione europea. Tuttavia, il Consiglio d’Europa ha mantenuto una propria ragion d’essere, oltre che con varie Convenzioni in svariati settori soprattutto della vita culturale, con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore il 3 settembre 1953. Essa non solo dà forma a questi diritti, ma è presidiata da una Corte europea dei diritti dell’uomo la quale ne garantisce la cogenza. Con lo sgretolarsi della “cortina di ferro”, tra Europa occidentale e orientale sotto protettorato sovietico, mano a mano che quegli Stati sono addivenuti a ordinamenti liberali, vi hanno preso parte per adattarsi al nuovo quadro di principi e a una transizione verso l’ingresso nell’Unione europea.

Anche la Federazione Russa v’entrò, il 28 febbraio 1996, ma non si sognò mai di candidarsi a membro dell’Ue. La ragione è di struttura: il Consiglio d’Europa è una mera organizzazione internazionale, in cui cooperano Stati sovrani; l’Unione europea è fatta da Istituzioni sovranazionali con un fine federalistico, cioè mira a un processo d’integrazione funzionalista, per settori, ma che gradatamente limita la sovranità degli Stati membri per materia. Gli Stati membri hanno una rappresentanza nel Consiglio di ministri, e nel Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo. Nel Consiglio di ministri vi è una certa ponderazione di voti, in rapporto con il peso politico e sociale, ma sostanzialmente esiste una certa uguaglianza, poiché la dimensione degli Stati che ne fanno parte è quello che è. La Federazione Russa ha dimensioni, oggettivamente, imperiali: rappresenta un sesto delle terre emerse del pianeta. Il Consiglio d’Europa tornava utile, come il luogo dove bilanciare l’Unione europea e la Federazione eurasiatica, ma in un quadro di principi condivisi e come foro per ricercarli. Qui sta la gravità della rottura. L’Europa s’è rotta molto prima della “cortina di ferro”.

Quando Flavio Teodosio Augusto trapassò, lasciando eredi dell’Impero Arcadio per la parte orientale ed Onorio per quella occidentale, non intese dividere lo Stato, ma determinare delle circoscrizioni amministrative. Le vicende successive, però, approfondirono il solco. Nel vecchio Diritto romano, tra le fonti normative vi era la lex, votata dai comizi. Nel Diritto imperiale predominava la decretazione imperiale (costituzioni, non lasciatevi ingannare dal nome). A Oriente l’Impero durò fino al 1453, l’Occidente per gran parte s’imbarbarì. La feudalità e i comuni dettero vita ai Parlamenti, dove poi evolse il sistema rappresentativo.

Scusate se taglio con l’accetta, ma la Russia, a Oriente, evolse avendo a modello l’Impero di Costantinopoli, del quale poi volle essere erede, con una legislazione per editto imperiale, l’u’kaze. I sovietici adottarono Costituzioni, almeno formalmente, con tutti i Diritti delle Costituzioni liberali, ma poiché erano diritti “borghesi” e bisognava edificare quantomeno il socialismo, tutto poteva essere derogato dall’atto amministrativo: ognuno ebbe libertà di parola ma, se avesse criticato il comunismo, sarebbe finito in Siberia per atto amministrativo, di polizia.

Il Consiglio d’Europa avrebbe avuto il compito di lavorare per rimarginare quella frattura di Teodosio ma, al momento, rieccolo. È significativo che, dopo la fuoriuscita dal Consiglio d’Europa, a perorare una reintroduzione nella Federazione Russa della pena di morte sia stato Dmitrij Anatol’evič Medvedev, non in quanto già presidente della Federazione e primo ministro in alternanza con Vladimir Vladimirovič Putin e attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, ma in quanto fine e insigne docente di Diritto romano dell’Università degli studi di San Pietroburgo.

Aggiornato il 22 marzo 2022 alle ore 09:33