Nella Rus’ di Kiev e al Patriarcato di Mosca pregano tutti per la pace

Per dare un’informazione corretta vanno chiarite alcune imprecisioni uscite sulle colonne di questo giornale, circa la situazione della Chiesa Ortodossa in Ucraina. Innanzitutto, non è assolutamente vero che il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, Kirill, si sia limitato ad auspicare il non coinvolgimento dei civili nel conflitto. Egli ha da subito pregato per l’immediato ristabilimento della pace, prima di Papa Francesco. Se questo non vuol dire la fine dei combattimenti, Dio solo lo sa. Anche perché, come ho avuto modo di delucidare sull’Opinione il 23 febbraio, la Chiesa russa è nata a Kiev col “battesimo” del 988, e la sua sede metropolitana si spostò prima a Vladimir e dopo a Mosca, in concomitanza col dominio dei Tartari e le invasioni di Svedesi, Cavalieri Teutonici, Lituani, Polacchi. Quanto al metropolita Onuphre di Kiev, è venuto fuori dalla comunità monastica della Laura (riunione di eremitaggi) di Kiev, una delle più antiche istituzioni monastiche della Rus’: si è addottorato all’Accademia Teologica di Mosca, è stato superiore della Laura di Potchaïv, rettore della Cattedrale di San Vladimir a Kiev e vescovo di Chernivtsi e Bucovina.

Salto altre tappe e vado al 1994, quando è stato nominato membro permanente del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca e, superando altri passaggi, il Sinodo della Chiesa Ortodossa ucraina – nel 2014 – lo ha eletto primate. E il Patriarca di Mosca, Kirill, ha ratificato la sua elezione. Appartiene, quindi, al Patriarcato di Mosca e le sue posizioni sono quelle del Patriarca di Mosca. L’ecclesia, cioè l’assemblea dei fedeli, è formata dai cristiani delle due parti belligeranti ed è quindi naturale che il Patriarca di Mosca, non meno che il Metropolita ucraino della stessa e unica chiesa, chiedano il ritorno alla pace.

Nel 2018 il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, arrogandosi un primato storico, ha istituito una Metropolia autocefala dell’Ucraina, nella persona di un tale Epifanij. È da ricordare come nell’ortodossia non esistano Sommi Pontefici, ma solo primi tra pari; per cui non è canonico un intervento d’un Patriarca, per quanto ecumenico, nel territorio di un altro Patriarcato. Difatti, il clero ortodosso ucraino non l’ha seguito. Io ho conosciuto ieromonaci e sacerdoti ucraini, tutti fieri patrioti, di cui uno oggi Vescovo, i quali non hanno lasciato il Patriarcato di Mosca perché l’unico canonico.

Aggiornato il 04 marzo 2022 alle ore 09:20