
Stamattina, nel compiere il rito della mia personalissima rassegna stampa (cercate di essere comprensivi, ognuno di noi ha le proprie perversioni), mi sono imbattuto in un florilegio di “Il Senato processa i Pm”, “Renzi salvato dal Senato”, “Renzi fugge dal processo”, “Impunità di casta”, persino un “Renzi è la nuova nipote di Mubarak” (vabbè questo è il titolo del mattinale di questura 2.0 e sbeffeggiarlo è come “frullare” al biliardino: troppo facile).
Insomma, così come da malcontati trent’anni, l’informazione giudiziaria ha fatto pessimamente il proprio lavoro. Su, da bravi, ripetete con me: il Senato votando il conflitto di attribuzione si è limitato a rimettere alla Consulta la decisione circa la possibilità di sequestrare la corrispondenza privata di un senatore senza la previa autorizzazione del Senato. Tutto qui; il processo a Matteo Renzi per la vicenda Open inizierà, mi pare, il prossimo aprile. Altro che giudiziarizzazione della Politica, qui siamo – non da oggi – alla relazione perversa tra giustizia ed informazione (le minuscole paiono d’obbligo).
Aggiornato il 23 febbraio 2022 alle ore 12:59