Il Regno Unito torna alla normalità e alla libertà

Il premier britannico Boris Johnson non è mai stato così chiaro come durante il suo ultimo intervento presso la Camera dei Comuni. Praticamente da oggi, quindi addirittura in anticipo rispetto alla data già prefissata del 26 gennaio prossimo, il Regno Unito dice bye bye al Green Pass, allo smart working e finanche alle mascherine ovunque. Per il premier conservatore la variante Omicron del Coronavirus è ormai giunta nel Regno a una fase endemica, e non trattandosi più, pertanto, di pandemia, essa deve essere affrontata con cautele sanitarie ordinarie, senza più misure eccezionali ed emergenziali.

La terza dose booster, sempre secondo Johnson, sta facendo il proprio lavoro, impedendo il verificarsi di quella pressione sugli ospedali riscontrata, invece, nel 2020 e in parte nel 2021. Quindi, gli inglesi possono tornare a vivere, lavorare e anche svagarsi all’insegna della libertà pre-Covid. Si dice che questa accelerazione imposta da BoJo miri, più che altro, a lusingare i falchi del Partito Conservatore, quei Tories ai quali appartiene il premier. Certo, un po’ tutte le destre anglosassoni, i conservatori d’Oltremanica come pure i Repubblicani d’Oltreoceano, hanno sempre preferito affidarsi, durante tutte le fasi della pandemia, al binomio “libertà e responsabilità”, rifiutando una eccessiva violazione statale dei diritti individuali. Settori del Partito Conservatore, in effetti, hanno criticato più volte le misure anti-Covid intraprese dal Governo britannico, anche se le restrizioni volute in alcuni momenti da Boris Johnson non erano e non sono minimamente paragonabili, per esempio, alle rigide imposizioni italiane.

Il Green Pass obbligatorio dappertutto, quindi anche e soprattutto sul posto di lavoro, non è mai stato contemplato in Gran Bretagna. Johnson ha sicuramente bisogno di andare d’accordo con il proprio partito ed è anche spuntata la grana delle feste svoltesi in pieno lockdown. Ma, al di là di qualche interesse strumentale, quasi sempre presente in politica, il ritorno britannico alla normalità e alla libertà pre-Covid costituisce una mossa di buonsenso dettata dalle necessità contingenti di una lotta al virus che sta cambiando o è già cambiata. Se ne è accorto Johnson, ma anche il suo omologo spagnolo Pedro Sánchez, il quale ritiene che d’ora in poi il Covid possa essere trattato come una normale influenza. Quando una determinata realtà diventa visibile a 360 gradi, fattuale direbbe il Crozza/Feltri, cadono persino le barriere ideologiche, e possono prenderne coscienza sia i conservatori alla BoJo che i socialisti come Sánchez. Chi si accanisce a sostenere il contrario, come sembra ancora fare il Governo italiano, è in malafede e forse trae vantaggio da una situazione emergenziale procrastinata all’infinito. E, in ogni caso, ben oltre a ragioni di salute pubblica.

Aggiornato il 21 gennaio 2022 alle ore 09:33