Un off politico per speranza non c’è?

Ormai non manca molto a maggio e nel prossimo mese dovrebbero decadere anche in Italia, Paese quasi unico al mondo a mantenere ancora delle severe restrizioni anti-Covid, tutte le misure straordinarie messe in atto durante la pandemia. Dovrebbe sparire completamente l’odioso Green pass in tutte le sue forme, anche quello base, e in tutti i luoghi, dal lavoro allo svago fino ai trasporti pubblici. Potremmo inoltre dire addio alle mascherine anche al chiuso. Si tornerebbe ad una vita davvero normale, ma il Governo rispetterà la promessa fatta fra fine marzo scorso e inizio aprile, quando vi è stato un primo allentamento del rigore sanitario come l’eliminazione del Green pass rafforzato per gli over 50 nei luoghi di lavoro? Confidiamo con tutto il cuore in un buonsenso capace di essere, almeno per una volta, maggioritario nella eterogenea coalizione di Governo.

Gran parte del mondo è tornata già da qualche mese ad una sostanziale normalità e c’è un motivo ben preciso. Omicron e tutte le sue sotto-varianti rappresentano oramai nulla più che una influenza, il più delle volte priva persino di stati febbrili. Insomma, quel virus iniziale che attaccava direttamente i polmoni e comprometteva la respirazione, non c’è più, pertanto non ha più senso mantenere un approccio emergenziale. Omicron e i suoi figli devono essere affrontati per quello che sono, ossia una influenza, e il Governo socialista spagnolo è stato uno dei primi a rendersene conto, parecchi mesi fa. Si può morire di Omicron? Probabilmente sì, se si ha la salute già compromessa per altre gravi ragioni, così come si poteva morire, fino al 2019, a causa dell’influenza stagionale in presenza di una situazione immunodepressa o di età molto avanzata.

A sottolineare ciò non è l’autore di questo articolo, ignorante in campo medico, bensì l’infettivologo Matteo Bassetti e soprattutto la professoressa Maria Rita Gismondo, la quale suggerisce inoltre di abbandonare definitivamente le mascherine, diventate ormai un inutile feticcio. In ogni caso, si è ormai capito che una certa gestione illiberale della pandemia, fatta di privazioni della libertà individuale, di chiusure indiscriminate, di imposizioni del Green pass ovunque, finanche nel lavoro, non ha fornito alcun contributo positivo a livello sanitario. Si è trattato di una scelta politica e parecchio ideologica per terrorizzare prima gli italiani ed obbligarli dopo, di fatto, alla vaccinazione. Ciò è stato ammesso da ex appartenenti al disciolto Cts, il Comitato tecnico-scientifico. Peccato che determinate verità escano allo scoperto sempre dopo, fuori tempo massimo. Gli stessi vaccini non sono da demonizzare, ma nemmeno da idolatrare, visto e considerato che hanno forse protetto molte persone da forme gravi della malattia, ma nel contempo non hanno arrestato il contagio e non sono riusciti a imprimere uno stop definitivo alla pandemia.

Si spera nel buonsenso da parte della classe dirigente italiana anche per quanto riguarda la quarta dose, che dovrà essere volontaria e individuale. Nel prossimo autunno, anche di fronte ad un nuovo e probabile aumento stagionale dei contagi, un rinnovato obbligo vaccinale di massa, attraverso il Green pass e altre amenità simili, diverrebbe totalmente inaccettabile. Nel Governo c’è chi sembra quasi dispiaciuto dalla possibile fine di tutte le restrizioni anti-Covid. Il ministro della Salute Roberto Speranza, amante delle soluzioni alla cinese, ci ricorda come la pandemia non sia ancora finita e come non esista un tasto off per essa. Questo era già risaputo almeno a partire dalla seconda ondata Covid del 2020, infatti l’Italia dotata più di raziocinio che di ideologia made in China, che non è la stessa nazione del ministro, ha sempre sostenuto la necessità di convivere con il virus senza psicosi. Se non c’è un off per il Covid, vorremmo che questo pulsante esistesse almeno per spegnere il terrorismo fallimentare di Speranza.

Aggiornato il 19 aprile 2022 alle ore 09:37