Covid e trasparenza

C’è una ragione specifica per cui tutti i dati relativi alla diffusione della pandemia e al suo trattamento, così come tutti quelli relativi alle vaccinazioni, compresi i problemi medici che si sono dovuti affrontare, devono essere pubblici e accessibili, ed è che la fiducia si basa sulla trasparenza.

La campagna di vaccinazione sta funzionando in tutto il mondo in cui si usano i vaccini che usiamo anche in Italia. Meno dove se ne sono usati di meno efficaci, come ad esempio in Cile, dove sono stati bravissimi a organizzarsi, ma il siero cinese non ha dato buoni risultati. La campagna deve continuare e presto dovrà essere ripetuta. A parte le cure, è la nostra sola arma.

Questo non significa che sia arma totale, come dimostra il caso del Regno Unito, dove alcune varianti tornano ad essere insidiose. Né significa che non ci siano state reazioni negative. Sulle persone senza patologie pregresse tali reazioni non sono state gravi. Non di meno è bene che siano conosciute, perché ai cittadini si chiede d’essere ragionevoli e responsabili, non di avere fede. Qualcuno s’è messo a dire che quei vaccini sono pericolosi perché “sperimentali”, in questo modo dimostrando di sapere nulla dei vaccini in generale: quello contro la poliomielite ha debellato il virus, eppure creò dei problemi e qualcuno si ammalò. I benefici superarono largamente i pur esistenti guasti.

La cosa peggiore è far supporre che qualcosa possa essere nascosto. Non deve accadere. Nel caso di una ragazza, che ci addolora immensamente, è importante chiarire se (come al momento pare) l’errore non sia nell’anamnesi. Vuoi perché non aveva avvertito o perché non la si è ascoltata. Sapere tutto, senza reticenze, servirà anche a non sprecare o danneggiare l’entusiasmo positivo con cui tanti giovani si sono messi in fila.

Aggiornato il 21 giugno 2021 alle ore 13:02