Quesito Rousseau: quando non si ha la considerazione per l’intelligenza dei votanti

Al netto delle vere o presunte imperfezioni grammaticali – quei due punti non sono affatto giustificati – il quesito sul quale saranno chiamati a pronunciarsi gli iscritti alla piattaforma Rousseau è frutto di una manipolazione nella quale noi italiani siamo maestri; è una domanda priva di senso formulata da chi, oltre a volere perseguire un risultato, non ha alcuna considerazione per l’intelligenza dei votanti e per la loro capacità di comprensione del testo.

Il vero problema, in fondo, è tutto qui, nella consapevolezza, comune a molti, della povertà intellettuale dei cittadini, inclini a subire le suggestioni e a non farsi domande: non su che cosa sia un governo tecnico-politico; non sulla competenza e sulle attribuzioni di un ministero ancora da costituire; non sul significato e sulla portata della parola transizione.

Non sull’uso di quei due punti. Ecco, forse, i due punti ci dicono come stanno davvero le cose. Dopo i due punti, non si può andare a capo.

Aggiornato il 11 febbraio 2021 alle ore 17:13