Immaginare il futuro

La cosa più difficile, sono convinto, non è risolvere i problemi, pur gravi, che ci affliggono.

La cosa più difficile è immaginare il futuro per risolverli senza diventare dei visionari; è pensare a ciò che sarà dopo, anche dopo di noi, quando le difficoltà di oggi saranno solo un ricordo e nuovi ostacoli si presenteranno.

Di tutti i problemi che oggi dobbiamo affrontare, purtroppo, quello più impegnativo è lo squilibrio che ci impedisce di raggiungere il benessere in un sistema che ci consenta di esprimerci liberamente. Finanza, economia, giustizia, ambiente sono le facce di un poliedro che, fuori, rappresenta il mondo in cui viviamo, ma dentro raccoglie, o costringe, ciò che siamo.

In questi giorni, guardiamo tutti ad un uomo al quale chiediamo la salvezza, nostra e dei nostri figli. Un uomo atteso messianicamente, sul quale scaricare responsabilità che, invece, gravano su di noi.

L’altro giorno, ho detto che Mario Draghi non è l’Arcangelo Gabriele: non reca alcun messaggio di Dio. Non è neppure Isaia.

Aggiungo una precisazione: i messaggeri e i profeti raccontano cose che accadranno se avremo l’umiltà di ascoltare e se vorremo farle. Tutto il resto appartiene al mondo delle illusioni, che viene dagli inferi, non dal cielo.

Aggiornato il 10 febbraio 2021 alle ore 10:30