Palamara-Bonafede: nessuna sorpresa

Sto leggendo il libro-intervista dell’ex vertice dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara con il giornalista Alessandro Sallusti, con il quale il primo descrive il “Sistema” della magistratura italiana.

Devo dire che la lettura non mi sta entusiasmando: se non i fatti, i meccanismi descritti sono noti da tempo, così come sono più che intuibili le motivazioni che muovono l’ormai ex magistrato. Ho altresì letto la Relazione annuale sullo stato della Giustizia del, mi auguro presto ex, Guardasigilli Alfonso Bonafede. Pure in questo caso nessuna sorpresa: pensieri ed opere del Nostro sono ampiamente note. Nondimeno la lettura comparata si rivela istruttiva.

Il problema della democrazia non sta mai nel Governo del momento (occorrerebbe spiegarlo a chi pretende di renderci commestibile lo squallore del mercimonio parlamentare di questi giorni sol perché non gli aggrada il voto che i cittadini potrebbero esprimere), quanto nella definizione dei congegni atti a rendere democratico, ovvero controllato, l’esercizio dei poteri. Il fulcro di ogni sistema democratico sta, infatti, nel sistema di pesi e contrappesi che producono democrazia pur collocandosi al di fuori dei segmenti classici della Politica (Partiti, Parlamento, Governo, etc.).

Insomma, alle anime belle che fingono di scandalizzarsi arricciando il nasino all’insù (o più prudentemente fanno finta di niente perché, si sa, chi tocca certi fili muore) occorre sbattere in faccia la realtà: se si promuovono i Bonafede, non si ha davvero alcun titolo per lamentarsi dei Palamara.

Aggiornato il 29 gennaio 2021 alle ore 14:12