
È inutile nascondercelo: sarà un 2021 difficile quello che attende L’Opinione. La mancanza del nostro direttore storico, Arturo Diaconale, che ci ha guidato per quasi trent’anni, non potrà non farsi sentire. E molti, tra lettori e collaboratori, si stanno chiedendo se riusciremo a reggere l’urto di questa scomparsa prematura e crudele. Ebbene, con molta franchezza: non abbiamo altra scelta che provare a mantenere alta la bandiera dei suoi/nostri ideali. Lo merita la memoria di Arturo, ma anche la testardaggine dei nostri lettori, che non ci hanno abbandonato neppure nei momenti più difficili.
Sarà un anno duro e complicato, ma dobbiamo almeno provarci. Anche perché, mai come in questo momento, l’Italia ha bisogno di una voce indipendente che non abbia paura di rappresentare le idee della destra liberale. Una destra che, come scriveva Arturo nel suo ultimo manifesto politico, “non abbia come tratto caratteristico quello di una moderazione divenuta sinonimo di passività nei confronti delle due destre esistenti e di una sinistra che non ha più motivazioni oltre quella della rabbiosa nostalgia per il potere perduto”. Una destra, insomma, che sia “liberale, liberista e libertaria in maniera intransigente”, che “non si appiattisca su un europeismo di maniera politicamente corretto ma si batta con decisione per gli Stati Uniti d’Europa sul modello degli Stati Uniti d’America”. “Che sia strenua nemica dello statalismo burocratico che umilia e schiaccia l’individuo riportandolo alla condizione di suddito servitore delle epoche passate”.
L’appello per la Destra Liberale scritto da Arturo è precedente alla pandemia in cui il mondo è precipitato nel 2020. Eppure, le sue intuizioni si sono paradossalmente rafforzate con gli eventi dell’ultimo anno. Si tratta, purtroppo, di idee che sono attualmente minoritarie nel nostro Paese (e non solo). Ma questi sono incidenti della storia che non hanno mai frenato i liberali. Ci aspetta un duro lavoro, al crocevia dove si incontrano politica, cultura e formazione. Qualcuno, però, dovrà pure assumersi la responsabilità di cominciare da qualche parte.
Ecco, nel 2021 (e, speriamo, anche oltre) L’Opinione è a disposizione di chi crede che da questo pantano si possa finalmente uscire. Con la forza delle idee e, per una volta, con un metodo diverso da quello a cui ci hanno abituato storicamente i liberali italiani: meno divisioni e corse alla purezza ideologica, insomma, ma più capacità di fare network, di individuare le cose che ci uniscono, invece di quelle che ci dividono.
Facendo squadra e puntando su idee e uomini nuovi, la destra americana è riuscita – negli anni Sessanta dello scorso secolo – a ribaltare le sorti culturali, politiche ed elettorali del proprio Paese. Proponendosi come alternativa credibile ad una sinistra che sembrava in procinto di conquistare il potere, tutto il potere, in maniera definitiva. Quell’intuizione, che fu chiamata “fusionismo”, nacque tra le pagine di una rivista (la National Review) che ancora oggi è punto di riferimento per tutto il mondo liberalconservatore.
Non pretendiamo certo, con L’Opinione, di riuscire ottenere gli stessi risultati. Ma ci proveremo con tutte le nostre forze.
Aggiornato il 08 gennaio 2021 alle ore 09:36