Politica sull’orlo di una crisi di nervi

Si udiva una volta, tanti anni fa, il grido “e noi faremo come la Russia!”. Oggi, per fortuna, sentiamo gridare “faremo come Angela Merkel!”. Purché lo si faccia, diciamo noi. Come la Merkel, appunto. Le due invocazioni originano da occasioni a loro modo rivoluzionarie, non fosse altro perché sia la prima che la seconda si rivolgono ad accadimenti storici similari essendo quella che sta accadendo un rivoluzionario cambiamento di modelli esistenziali, morali, politici. È in crisi la politica ovvero la capacità e la forza di gestire situazioni emergenziali offrendosi come possibile e vera soluzione democratica con la mediazione fattiva del Governo. Del Governo di Giuseppe Conte, fra il meno adatto a questa offerta, confondendo la sua rappresentanza per la gestione emergenziale con la tecnica dei contorsionismi mediatori. Un premier che è davvero il rappresentante di una politica incompiuta, perfetto rappresentante dell’allora Uomo Qualunque e fruitore dell’astuta operazione nel contrapporre la “gente” alla “casta”.

Il ricorso al modello della cancelliera tedesca è tuttavia un segnale di un imbarazzo, di una disarmonia, di una inadeguatezza e di una lentezza, anche di riflessi, che dipingono il nostro modello con gli smorti colori della cenere. Dunque rivelatore di una crisi: di nervi. Certo, la primaria esigenza di sopravvivere all’aggressione mortale della nuova e imprevista peste nera accentua timori e tremori alleviati talvolta dalla speranza di rimedi annunciati. Ma la coltre della cenere rimane a coprire il tutto, a cominciare dalla politica, a cominciare da chi governa. Cosicché persino la semplice imitazione della drastica scelta del Governo di Berlino ritarda fra mille distinguo, è rinviata da una serie di valutazioni e incertezze, è posticipata da contrasti e discussioni a proposito degli affollamenti prenatalizi colpevolizzando i cittadini e non gli sfilacciati permessi consentiti loro dal Governo dei rinvii e non delle decisioni.

E che dire della impreparazione nella gestione dei vaccini, la stessa che accompagnò la vicenda delle mascherine e quella, persino comica, dei banchi di scuola, per non parlare delle colpevoli imprevidenze estive, quando prevalse quel liberi tutti con le conseguenze che ben sappiamo. In una sorta di specchio deformante si riflette una politica “in lotta con se stessa” con messaggi confusi e contraddittori su cosa si può e non si deve fare, mentre fra Governo e opposizione la ricerca del cosiddetto dialogo, oltre a mostrarne le malcelate digressioni in politichese, si aggrappa agli specchi con proposte e controproposte condizionate da orgogliose richieste di scuse (Matteo Renzi) da risposte sdegnate (Giuseppe Conte), dal quieta non movere (Nicola Zingaretti e Vito Crimi) nel mentre che l’opposizione agita e si agita lanciando Governi ponte (Matteo Salvini), immediata collaborazione (Silvio Berlusconi),irremovibili no allo stare insieme con il Partito Democratico e il M5S (Giorgia Meloni). La coerenza della leader di Fratelli d’Italia è pagante e lo sarà in futuro provocando fin d’ora nervosismi sul cammino di Salvini, per una concorrente il cui sogno nel cassetto potrebbe esserne la realizzazione nelle vesti di quella Margaret Thatcher che ha testimoniato, per anni, il modello più compiuto dei conservatori. Vero obiettivo di Giorgia Meloni.

L’assenza di un filo conduttore condiziona una agenda politica nella quale gli stessi assalti renziani rischiano di impantanarsi nei richiami e nei moniti di un non possumus rieditato per bloccare qualsiasi accusa, anche la più giustificata, contro gestioni personalizzate, per di più non all’altezza dei problemi e degli impegni. Da ciò il Governo Conte trae la sua certezza di inamovibilità, garantita anche dalle sventagliate mediatiche e politiche contro chiunque osi attentare alla sua guida, causando le terribili, impronunciabili elezioni anticipate. Un automatismo spiegabile soltanto se si perde quel filo conduttore che non prevede tale conseguenza, purché lo si voglia. Ma chi lo vuole?

Aggiornato il 16 dicembre 2020 alle ore 09:40