![Nota a margine](/media/5903564/de-quattro.jpg?crop=0.056499771743948511,0.12334258402713538,0.16654634039501737,0.037927844588343994&cropmode=percentage&width=370&height=272&rnd=132466229270000000)
La nota di aggiornamento della finanza pubblica è allarmante. Eppure non allarma il popolo. E neppure chi dovrebbe allarmarsi. L’Italia sta peggio del 1918-20 (cent’anni fa!), dopo la prima Guerra mondiale e l’epidemia “spagnola”.
Con la bocca il premier Giuseppe Conte dichiara fiducia. Con il faccino Roberto Gualtieri esprime fiducia. Governano gli anti pessimisti professionali. I numeri, notate bene, sono quelli del Governo e della sua maggioranza, che tuttavia gareggiano nel nutrire fiducia. Con i numeri messi nero su bianco, nutrire fiducia è terrificante.
Non una delle cifre rassicura. Sono tutte spaventose. Detto senza pessimismo, l’avvenire è nero. Detto con realismo, il presente è nero. Eppure i due ineffabili vedono rosa. Confidano nella buona sorte mentre fanno poco o nulla per propiziarla.
Aggiornato il 08 ottobre 2020 alle ore 09:28