Dopo la prima sparata di Giuseppe Conte circa la sua intenzione di crearsi, secondo le migliori tradizioni dei dittatori, una “milizia” al suo comando, è seguito un tale coro di reazioni negative che qualcuno ha lì per lì ritenuto di potersi fidare: non se ne parlerà più. Invece, sia pure con le solite tortuosità, compromessi, rielaborazioni, strizzate d’occhio, riduzioni e rinvii, pare che quell’idea non sia stata del tutto abbandonata. Certo, la “Milizia volontaria sicurezza antimovida o antivirale”, ha mostrato subito quello che il suo ideatore non avrebbe voluto far emergere mai.
Prima considerazione. Mentre si cerca di convincere gli italiani (e gli stranieri) che il Coronavirus, se non i giorni, le settimane o, al più, ha i mesi contati, una simile istituzione non sarebbe venuta in essere che tra diversi mesi contraddicendo subito il presunto carattere di provvisorietà e precarietà di tutte le misure di emergenza.
Seconda considerazione. Il ridicolo di questo “Corpo nazionale” di armati di fettuccia metrica impegnati a non consentire agli italiani la loro reciproca compagnia ed ogni rapporto usuale solo perché invece fa fare scongiuri, non fa ridere e comunque non riesce a metterci in posizione di grave timore. Se non è un espediente per munirsi di una “milizia” di parte, quello dei 60mila sarebbe stato almeno un brutto segnale di una pandemia tutt’altro che sul viale del tramonto. Gravi i pericoli alla nostra salute se non gravi quelli alla nostra libertà di cittadini. A ben vedere forse dovremmo pensare che gravi sarebbero stati ambedue i fenomeni invocati o invocabili per sostenere il peso di questa novità.
Terza considerazione. Se quello della “Milizia nazionale antivirale” non è uno scherzo di cattivo gusto, né Conte né altri avrebbero potuto o potrebbero immaginare di far credere di crearla invece sul serio senza spese pari o addirittura superiori a quelle di un aumento numerico di altrettanta entità delle esistenti forze di Polizia. Potrei continuare a lungo, ma non voglio privarmi della speranza che Conte abbia tirato fuori questa cazzata, magari per dirottare su di essa invece che su qualche questione meno evanescente e ridicola l’attenzione del pubblico. “Addio mia bella addio, l’antimovida se ne va e se così la penso io, mai nessun se ne dorrà”.
Aggiornato il 28 maggio 2020 alle ore 10:59