La tesi del Corriere della Sera è che Boris Johnson paga con la sua malattia il suo essere “ultra-liberale”.
“Lui – ha scritto Luigi Ippolito – è uno che sprizza ottimismo, che vuole comunicare buonumore, essere gioviale, fare battute: e invece ha dovuto indossare una maschera tragica e provare ad esprimere compostezza e rigore. Ma soprattutto – ha aggiunto Ippolito – si è trovato a dover prendere decisioni che cozzavano con i suoi istinti: Johnson è un ultra-liberale, anzi un libertario, e l’idea di promulgare divieti come quelli richiesti dall’epidemia, faceva a pugni con le sue convinzioni”.
Insomma, la tesi del Corriere della Sera è semplice: Boris non ha seguito il “modello italiano” in quanto ultra-liberale e libertario ed oggi paga il suo errore in ospedale. Il ché significa che il cosiddetto “modello italiano” è un modello statalista autoritario privo di qualsiasi attenzione alle idee di libertà. E che se Nicola Zingaretti è uscito indenne dal coronavirus lo deve al suo non essere neppure sfiorato da qualche idea vagamente liberale. E, soprattutto, che chi è liberale è passibile di punizione divina!
Di fronte a questo schema è bene ribadire con la massima forza che l’Orso fa il tifo per Johnson e per le sue idee e che il Corriere della Sera è ormai diventato l’organo della Santa Inquisizione statalista, autoritaria e giustizialista!
Aggiornato il 07 aprile 2020 alle ore 10:50