Il problema dell’afflizione burocratica

“Troppi in giro – ha tuonato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese – li puniremo”.

E per dimostrare concretamente che non si scherza, ha subito sollecitato il capo della Polizia, Franco Gabrielli, a moltiplicare i controlli sui passeggiatori indisciplinati e ha fatto modificare il modulo di autocertificazione che chi esce di casa deve sempre portare con sé ed esibire a richiesta delle Pubbliche Autorità.

La minaccia della Prefetta posta alla guida del Viminale ha, ovviamente, colpito gli italiani. Non tanto per la paura di nuove multe e pene detentive e pecuniarie, ma per il timore che ad ogni nuovo giro di vite repressivo il modulo per l’autocertificazione possa diventare sempre più complesso. La Costituzione dice che le pene non debbono essere solo afflittive, ma tace su quelle aggiuntive costituite dal carico di burocrazia che ogni misura severa e draconiana pone sulle spalle dei cittadini. Combattere la pandemia è sacrosanto. Ed ognuno deve fare la propria parte. Ma c’è proprio bisogno di aumentare l’afflizione normale con la rottura di coglioni derivante da eccesso di burocrazia?

Aggiornato il 19 marzo 2020 alle ore 11:13