Sulle Sardine il contrordine dei compagni

Ma di chi sarebbe la colpa se il Partito Democratico dovesse perdere l’Emilia-Romagna dove ha governato per settant’anni di seguito dando vita al cosiddetto modello del riformismo padano? L’aspetto più singolare della questione è che la ricerca dei possibili colpevoli è partita prima ancora che le elezioni siano state celebrate. Come se la sconfitta fosse già data per scontata e ci si dovesse portare avanti nella identificazione dei responsabili del disastro preventivato.

Un primo risultato di questa bizzarra ricerca è già arrivato. Stabilisce che se Matteo Salvini vincerà nella storica “Regione rossa” la responsabilità principale ricade sulle spalle delle “Sardine”. Ma come? Queste “Sardine” non erano quelle che dovevano rilanciare le sorti della sinistra innervandovi quella carica di freschezza e di novità che il Pd ed i suoi alleati avevano perso in tanti e tanti decenni di potere continuo ed incontrastato? Niente affatto! Con la loro ossessione anti-salviniana i pescetti argentati hanno consentito al leader della Lega di trasformare le elezioni regionali in un referendum sulla sua persona e creato le condizioni per la sconfitta.

Nessuno si deve stupire per un così ardito cambio d’opinione. Come insegnava Giovannino Guareschi, l’Emilia rossa è terra che produce le revisioni più audaci: “Contrordine compagni, l’ordine non era di blandire le sardine ma di bandirle!”.

Aggiornato il 22 gennaio 2020 alle ore 10:34