A Polito è sfuggito il fumus

Antonio Polito sembra avere la memoria corta. Non è vero che in passato i politici che finivano sotto processo perdevano i voti. Perché l’esperienza dell’era berlusconiana insegna che più l’offensiva giudiziaria contro il Cavaliere aumentava, più i voti per lui non scendevano o, addirittura, aumentavano.

Naturalmente si possono citare anche esempi opposti. Ma l’altalena del consenso non dipende dalla caduta nel meccanismo mediatico-giudiziario, bensì dalla natura delle accuse che vengono mosse ai politici in questione. L’opinione pubblica non si lascia incantare e riesce sempre ad intuire se ci sia o no il cosiddetto fumus persecutionis. Se pensa che ci sia aumenta i consensi, in caso contrario li riduce.

Sul caso Gregoretti e sul rischio di processo che pende sulla testa di Matteo Salvini esiste il fumus? I partiti che vogliono mandare a processo il leader leghista sono i primi ad ammettere che l’intento persecutorio esiste. Altrimenti non chiederebbero di spostare a dopo le elezioni regionali il voto del Parlamento sulla questione. Temono che gli elettori possano manifestare solidarietà al “Capitano”.

Ci vuole proprio tanto a riconoscerlo? O basterebbe solo un pizzico di onestà intellettuale?

Aggiornato il 13 gennaio 2020 alle ore 11:17