Giorgia Meloni sul Times

La sorpresa italiana, anche per un sempre cauto Times, si chiama Giorgia Meloni. Ma un po’ anche per noi, diciamocelo. Secondo il Times, infatti, Giorgia Meloni è fra le venti persone che potrebbero cambiare il mondo nel 2020. Il merito è soprattutto di “Io sono Giorgia”, trasformato da video parodia a video virale: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana”. “Era ironico l’intento, all’inizio, ma poi è diventato un inno per i suoi sostenitori”. Fin qui, il Times.

Il fatto, anzi i fatti, parlano un non molto diverso linguaggio basti notare che Fratelli d’Italia è il partito che è cresciuto di più, e senza interruzioni, nel 2019. Mentre Forza Italia continua a scendere e la Lega rimane sostanzialmente stabile. Sono dati di Swg per La7 e quindi affidabili tanto più che alcune cifre non derivano dai sondaggi ma dai risultati secondo i quali in un anno Giorgia Meloni ha più che raddoppiato i voti portandoli non soltanto a due cifre, ma conquistando per la prima volta a febbraio la guida della Regione Abruzzo con Marco Marsilio, esponente del suo partito.

Il boom della Meloni è stato importante anche per i successi elettorali del centrodestra essendo stata la sua crescita superiore anche in voti assoluti alla caduta di Forza Italia, con la stabilità della Lega ma anche con una maggiore attrattiva per essere rimasta fuori dai Governi Conte 1 e 2, sullo sfondo, comunque, del successo personale di Matteo Salvini.

In questo senso, le valutazioni del Times rientrano in una considerazione più ampia e più approfondita nei confronti di una leader che, a ben vedere, ha conquistato un’abilità di manovra più ampia anche in riferimento alle stesse identiche battaglie portate avanti con Salvini; basti pensare a quel sovranismo che entrambi condividono e propugnano, ma con alcune differenze. Infatti la Meloni l’ha inteso e realizzato con modi più cauti, più morbidi si vorrebbe dire, insieme ad oculate alleanze internazionali che fanno mettere coi piedi per terra proprio quel sovranismo che, a ben vedere, rientra pienamente nel solco della tradizione della destra italiana, soprattutto nazionalista e patriottica in difesa dell’identità nazionale su sfondi anche religiosi che rischiano di riecheggiare un datato “Dio, Patria e Famiglia”; se non fosse che l’abilità della Meloni, se da un lato invia ai suoi fan a Natale uno spumante dal nome “Patriota”, dall’altro ce la mette tutta a battere molte bene e molto forte tasti riguardanti le tasse ecc..

Giorgia Meloni, questo si sa, non fruisce di una macchina elettorale potente come quella di un Salvini mai stanco di slogan, ma, giovandosi di un buon uso dei social network, sa come misurare la sua presenza sugli stessi, evitando attentamente le “sparate” ad effetto e, soprattutto, non cadendo nella trappola degli attacchi personali, riuscendo così a mantenere rapporti civili anche con gli avversari più strenui.

Le campane del sussiegoso ma affidabile Times hanno suonato a festa per Giorgia Meloni, ma non a caso l’analisi attenta del suo agire nell’anno appena finito testimonia che la sua crescita costante è basata di certo sui fatti, ma segnala e spiega una popolarità non meno certa ma non meno diversa.

Aggiornato il 09 gennaio 2020 alle ore 11:32