Il senso dell’acqua per la prescrizione

Contro la stupidità, il raziocinio prende talvolta strade inattese e molto bizzarre. E a volte passa per l’acqua. Capita così che a rendere più accessibile al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede la ratio che sta alla base dell’istituto della prescrizione, che dal 1 gennaio, per sua esaltata volontà, verrà invece sospesa del tutto, ci ha involontariamente pensato l’Autorità di regolazione per Energie Reti e Ambiente.

Dal 1° gennaio 2020, infatti, con tanto di delibera, in caso di rilevante ritardo nella fatturazione del gestore, anche per le bollette dell’acqua che scadono dopo il 1 gennaio 2020, gli utenti potranno eccepire, udite, udite! la prescrizione e pagare solo gli importi fatturati che si riferiscono ai consumi più recenti, di 2 anni. La riduzione, sì sì riduzione, della prescrizione è da 5 a 2 anni, - spiega la stessa Autorità in una nota - ed è già stata introdotta per le forniture elettriche dal 1° marzo 2018 e gas dal 1° gennaio 2019. Inoltre, pensiamo un po’, viene stabilito il ‘funambolico’ principio per cui deve essere riscontrata una frequenza minima mensile delle fatturazioni, per evitare bollette troppo ravvicinate. Non solo. Si istituisce un meccanismo di premi e penalità a tutti i gestori, guarda caso allo scopo di incentivare il miglioramento del servizio all’utenza e i rapporti contrattuali.

Che dire, il senso dell’acqua per la logica, per l’efficienza e, traslando, per la giustizia. Nel caso di specie è riconosciuto come imputato anche il gestore. Per la responsabilità di allungare troppo i tempi della fatturazione, ossia di arrecare un danno all’utente, inadempiente perché non messo in condizione di pagare in tempi adeguati. Perciò la giusta amputazione del tempo in cui l’utente deve rimanere imbrigliato tra le maglie dell’incapacità di enti che dovrebbero tempestivamente fatturare le loro bollette, diventa un incentivo per migliorare il funzionamento del servizio nei confronti dell’utenza. Il suo snellimento e una sua velocizzazione, quindi.

Un logico principio per cui chi offre un servizio, delle garanzie, ai cittadini, se chiede loro di pagare un debito che però non riesce a notificare entro un determinato lasso di tempo, ‘paga’ con il mancato introito liberando il cittadino dal suo capestro. Meno è il tempo a disposizione per portare a termine le fatturazioni perché i tempi di prescrizione sono stati accorciati, più si velocizza il sistema per farle arrivare a destinazione. Perché, il punto è solo questo: snellire, velocizzare il sistema. Qualunque sistema. Anche quello giudiziario che già ora, con tempi lunghissimi di prescrizione per molti reati, tiene un numero spropositato di imputai in balia dello Stato nel cosiddetto ‘fine processo mai’, arriva ad emettere sentenze definitive a distanza di 30/40  anni dall’apertura dell’inchiesta comminando pene che ormai non possono rieducare più proprio nessuno e nella stragrande maggioranza dei casi vede morire i faldoni processuali di prescrizione negli armadi dei Pubblici ministeri se l’imputato non ha rilevanza o interesse mediatica o politica.

Ormai il 2 gennaio è alle porte ma Bonafede, che nel frattempo non ha colpevolmente nemmeno presentato un’idea che sia una per assottigliare i tempi ingiusti dei processi, e per alleggerire la macchina giudiziaria, potrebbe venire fulminato sulla via delle Forniture di servizi. E ragionare sul diritto dell’imputato di non morire ostaggio a vita dello Stato nel caso in cui il Pm non riesca a dimostrarne la colpevolezza, ma anche proprio sul piano di quel mal compreso efficientismo con cui ammanta di legittimità la sua controriforma. Meno tempo a disposizione per dimostrare la colpevolezza di un imputato, al contrario, significherebbe un maggior pungolo per lavorare e chiudere i processi. La decisione dell’Autorità regolazioni per Energie Reti e Ambiente come metafora e anche piuttosto efficace, dell’importanze dell’istituto della prescrizione. Lo comprenderà? L’ultima parola, si teme, resta ad Aristotele persuaso com’ era che il buon uso delle metafore è segno di intelligenza, poiché indica che chi la usa e chi la comprende, abbia afferrato molto bene il concetto affine.

Aggiornato il 20 dicembre 2019 alle ore 12:27