Renzi e la belva giustizialista

Il giustizialismo è una brutta bestia che si lascia cavalcare volentieri da chi la lancia con la massima veemenza contro i propri avversari, ma che non esita a calpestare con la stessa furia il proprio cavaliere quando quest’ultimo viene sbalzato di sella e cade nella polvere.

A Matteo Renzi la sorte ha riservato sia la parte del cavaliere giustizialista rampante, quando indirizzava la belva giustizialista contro i propri avversari. E la blandiva ed accarezzava mettendo Raffaele Cantone all’Anticorruzione e pensando di nominare il magistrato Nicola Gratteri ministro della Giustizia. Sia la parte opposta del cavaliere disarcionato finito malamente per terra e vittima di un animale che adesso vuole ossessivamente distruggerlo.

Si fa presto a dire che a chi tocca non s’ingrugna e che Renzi sconta oggi l’errore del passato. Ma di fronte ad uno che, sia pure in ritardo rispetto ad Aldo Moro ed a Bettino Craxi scopre che il giustizialismo uccide la democrazia liberale, non si può non dargli il benvenuto nella categoria dei garantisti. Nessuno dubita che la sua sia una conversione per fatto personale. Ma a tenere a bada la belva più siamo e meglio stiamo!

Aggiornato il 13 dicembre 2019 alle ore 11:45