
L’apertura del porto di Taranto alla nave Ong con 151 profughi a bordo pone una serie di inquietanti interrogativi. Perché Taranto e non un qualsiasi porto siciliano per una imbarcazione che viene dalla Libia e che, per arrivare nel porto pugliese, è costretta a compiere una traversata più lunga e più travagliata viste le attuali condizioni del mare?
L’impressione è che nella decisione di aprire il porto tarantino ai disperati raccolti in mare dalla nave Ong, ci sia una buona dose di malizia se non di vera e propria cattiveria. Qualcuno dice che allungando il viaggio si voglia far patire più ore di mal di mare ai profughi per farli arrivare a terra il più possibile sofferenti. Qualche altro, invece, avanza una ipotesi addirittura peggiore. Che Taranto sia stata scelta per poi trasferire i profughi al quartiere Tamburi per rendere l’accoglienza inquinata al massimo. Per chiarire servirebbe un’indagine della magistratura. Che, però, difficilmente deciderà di muoversi. Matteo Salvini, infatti, non è più ministro dell’Interno!
Aggiornato il 26 novembre 2019 alle ore 10:42