I mezzi ed i fini della Chiesa dei poveri

Che non si dica di un pregiudizio anticlericale di questa rubrica dell’Orso di Pietra! Perché a suscitare e provocare il suo sarcasmo ci pensano ormai quotidianamente le cronache proveniente dal Vaticano. In particolare quella sulla vicenda dell’acquisto di un immobile londinese che è costato all’Obolo di San Pietro 147 milioni di euro. Vicenda che è stata definita “opaca” dal segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, termine che ha suscitato la reazione del Cardinale Angelo Becciu il quale non si è limitato a difendere il proprio operato (aveva autorizzato l’investimento operato dal finanziere Raffaele Mincione) ma ha anche ricordato come da sempre la Santa Sede prediliga gli investimenti “sul mattone” per assicurare le entrate finanziarie necessarie per “la carità del Papa ma anche per il sostentamento del suo ministero pastorale” (gestione della Santa Sede, stipendi, viaggi papali e quant’altro).

Il problema non è sapere se abbia ragione il Cardinale Parolin o il Cardinale Becciu. Il problema è che la predicazione contro il profitto e contro il denaro sterco del Diavolo mal si concilia con le speculazioni immobiliari giuste o fallimentari che siano.

È vero che il fine giustifica i mezzi. Ma se si condannano con tanta enfasi i mezzi scatta il sospetto che lo si faccia per nascondere i fini. O, se vogliamo, che la Chiesa predichi la povertà per rimanere ricca!

Aggiornato il 30 ottobre 2019 alle ore 10:39