Sea-Watch 3: avanti adagio con le conclusioni

Le cose stanno più o meno così: il (la) comandante della nave dice di volere forzare il blocco e varcare il confine delle acque territoriali italiane contro l’intimazione del ministro degli Interni e dopo essere stata alla fonda per alcuni giorni. Il ministro degli Interni, fermo nelle sue posizioni, dice che la nave non può entrare.

Dimenticatevi per un istante del carico di quella nave e dite chi ha ragione.

Io dico: il ministro degli Interni. Si obietta: su quella nave ci sono degli esseri umani, migranti che soffrono. Quello non è un carico da mettere in stiva, ma un insieme di persone. Abbiamo fatto una distinzione: il comandante non sta proprio dalla parte del giusto. I migranti sono una cosa; la nave è un’altra.

Domanda: perché il comandante, dopo il primo diniego, non ha fatto rotta per la Grecia, la Francia, la Spagna, l’Olanda? Qui c’è un ministro criminale, la’ magari no.

Come mai vengono tutti qui? Come li raccolgono? Perché i santi degli altri Paesi ce li ributtano (i migranti, ovvio) a Bardonecchia e Ventimiglia? Vi siete dimenticati dei gendarmi francesi armi alla mano sul nostro territorio nazionale? Siete mai stati al valico di Mentone? Avete mai visto come si fa un respingimento? Perché non odiate i francesi o gli austriaci?

Io prima di trarre conclusioni affrettate, ci andrei cauto. Mi fanno paura quelli che in nome della solidarietà umana vogliono impiccare il ministro. E quelli che invitano alla ragione, che loro hanno perso da tempo, o, forse, ignorano in nome della loro fede politica. Ma, si sa, se non stai da una certa parte sei un fascista…

Aggiornato il 27 giugno 2019 alle ore 11:49