La grottesca vicenda dell’Elemosiniere del Papa, che commettendo una frode pura e semplice riallaccia la corrente elettrica ad un folto nucleo di occupanti abusivi di un grosso edificio romano, risulta assolutamente paradigmatica di un Paese di accattoni politici.
Non a caso le grancasse mediatiche più orientate in favore di un concetto di redistribuzione, per così dire, costi quel che costi hanno dipinto con toni eroici l’irresponsabile gesto del Cardinale Konrad Krajewski. Ma anche in ambienti meno sinistri, occorre sottolineare, l’ammirazione per questo novello Robin Hood con l’abito talare sembra essersi diffusa a macchia d’olio. D’altro canto, non lo scopriamo certamente oggi, in Italia il “lancio” dei quattrini altrui dalla finestra è uno sport nazionale. Quattrini appartenenti in questo caso agli ignari utenti dell’Acea, l’azienda che gestisce il servizio elettrico della Capitale, i quali rischiano di sobbarcarsi i costi del riallaccio “a divinis” operato dal citato Elemosiniere. Soprattutto quando a pagare il conto di una qualsiasi opera di bene è qualcun altro, ovvero l’indistinta generalità degli utenti/contribuenti, sono tutti campioni in fatto di generosità. In tal senso spicca la stupefacente presa di posizione del neo segretario dem, Nicola Zingaretti, il quale ha definito “meraviglioso” il gesto compiuto dall’alto prelato. Una meraviglia ampiamente condivisa dai principali conduttori de La7, con in cima la pur professionale Tiziana Panella la quale, onde giustificare la scelta di Krajewski, ha dichiarato di considerare intollerabile che alcune famiglie con bambini potessero trovarsi senza corrente. Al che ci saremmo aspettati che costei, insieme al meraviglioso successore di Matteo Renzi, staccasse un magnifico e sostanzioso assegno in favore dei presunti indigenti che occupano illegalmente l’edificio in oggetto, invece niente di niente. Come è noto la solidarietà quando è fatta con le tasche altrui è sempre un po’ troppo pelosa.
Solidarietà che, allargando il discorso alle tematiche europee, ci vede assolutamente in prima fila a pochi giorni dalla importante scadenza elettorale del 26 maggio. Nell’imminenza del rinnovo del Parlamento comunitario, è infatti quasi unanime il coro dei politici italiani che dichiarano di battersi per una nuova Europa più equa e solidale. E valutando la sempre più critica condizione economica e finanziaria del Paese, considerato tra i principali fattori di rischio da parte del Fmi, ciò non può che tradursi in una sovranissima richiesta di mutua condivisione dei debiti. Da questo punto di vista un generoso elemosiniere europeo, in grado di replicare su scala continentale quanto fatto da quello papalino in quel di Roma, ci farebbe dannatamente comodo. Le vie del Signore, al pari di quelle della politicaccia italiota, sono infinite.
Aggiornato il 16 maggio 2019 alle ore 13:05