
Il Governo rischia di durare più a lungo del previsto. Fondato su un rapporto rissoso tra Lega e 5 Stelle si gode il frutto della rissa giunta oltre ogni limite immaginabile, incassando i successi di una parte in danno dell’altra e viceversa.
Quello che sta andando in pezzi, in rovina, in fango prima del previsto (era prevista una eredità spaventosa che esso, andandosene, ci avrebbe lasciato) è il tessuto dello Stato. La macchina amministrativa si inceppa, arretra, si sfascia. Quella giudiziaria non è più capace nemmeno di fare di sé il famigerato “uso alternativo”.
Ad imitazione di Lega contro 5 Stelle ora abbiamo l’Esercito contro Polizia. I conti ogni giorno di più mostrano di essere sballati, l’economia è ingovernabile. Intanto la Via Crucis di questo Calvario si allunga e se ne allontanano e peggiorano le ipotetiche conclusioni. L’esito delle elezioni europee sarà quello di aumentare la confusione e la debolezza del nostro Paese nel contesto in cui continuerà a muoversi e vivacchiare. È assai difficile che dall’esito delle elezioni europee del 26 prossimo venga fuori qualche seria possibilità di un’uscita purchessia da questo disastroso baratro.
Il Governo continuerà a vivere ed a giovarsi delle risse che ne dividono la compagine. Mentre lo sfascio del tessuto statale subirà, probabilmente, una accelerazione. Stanno venendo al pettine i nodi di quella che l’incoscienza di governanti, politicanti, Papi Cinque Stelle, etc. negavano essere altro che questioni di cuore e di sentimenti di umanità. L’immigrazione clandestina aiutata e santificata, dà, come era prevedibile, i suoi frutti sui problemi di sicurezza e fornisce forze fresche ad una piattaforma di criminalità allo stesso tempo diffusa ed utilizzabile da quella organizzata. Il sistema della repressione penale è, intanto e prima di tutto, alterato nella sua gradualità rispetto a quella della gravità dei delitti.
Ma ogni questione, specie se di grande rilievo e basilare per la vita del Paese, è e resta da questo sciagurato pseudo-governo in funzione dei loro sgambetti da ciascuna delle sue parti in danno dell’altra ed a proprio profitto elettorale. Non si caverà, probabilmente, dall’esito delle elezioni del 26 maggio il colpo finale, la cacciata di questo Governo, anzi dalle elezioni non si potrà cavare nemmeno una indicazione per una forza necessaria alla sostituzione di quella attuale. Avremo a patire mesi di sciagure.
È urgente che si coaguli una forza diversa da quelle che, ancora presenti oggi in Parlamento, hanno sprecato il loro ruolo morale e storico per “manovrette” di attaccamento e di conservazione del potere e della sua immagine Lo ha fatto, rovinosamente, il Partito Democratico di Matteo Renzi con lo sciagurato attacco alla Costituzione. Lo ha fatto Forza Italia negando a se stessa ogni ruolo, ogni ideale, ogni prospettiva che non fosse quella di reggicoda di un qualche Salvini cui fare, da tirapiedi.
I “poteri forti”, l’imprenditoria, benché spaventati alla sciagura populista, non osano andare oltre una “normale” opposizione. Ci vuole altro. E con urgenza. Ora sconfiggiamo gli anticomunitari, i cosiddetti “sovranisti”. E subito in campo per un nuovo, grande, vero, Partito Liberale.
Aggiornato il 07 maggio 2019 alle ore 23:17