I compiti del ministro Bussetti

Chissà quanti bambini l’hanno chiesto, nella loro letterina a Babbo Natale: meno compiti delle vacanze, per non turbare il riposo fra Natale ed Epifania. Le lettere non sono arrivate al Polo Nord, ma più modestamente sulla scrivania del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. Indossato il costume rosso e messa la barba finta, questi si è a sua volta armato di carta e penna e ha preparato una circolare ministeriale per invitare gli insegnanti a non esagerare con i compiti. Queste due preziose settimane che abbiamo innanzi vanno dopotutto consacrate all’ozio e al riposo, necessari per tornare temprati e sereni alla ripresa. Le fede in Santa Claus di migliaia di ragazzi non è mai parsa così ben riposta.

Il ministro Bussetti è stato oggetto del dileggio dei benpensanti. La sua circolare sarebbe nient’altro che la prova provata di un piano dell’attuale Governo per rendere sempre più ignoranti, e dunque facili prede delle fake news, i nostri concittadini. Diabolico complotto dei complottisti.

In realtà la critica che ci sentiamo di rivolgere al ministro, già dirigente scolastico e persona che per ora si è fatta notare per un robusto buon senso, è un’altra. Il problema non è se sia opportuno o meno difendere il diritto al riposo rispetto al dovere di studiare. Il punto è che a farlo sia il ministro di riferimento attraverso un atto amministrativo col quale, tipicamente, si indirizza la condotta dei soggetti interni alla propria amministrazione.

Emanare una circolare per dire loro di dare meno compiti durante le vacanze significa dichiarare la propria mancanza di fiducia verso il buon senso dei docenti. Sono proprio i docenti che, a differenza dei ministri, conoscono le classi di cui sono chiamati ad occuparsi; sono loro che hanno imparato a conoscere gli alunni con cui tutti i giorni parlano e lavorano; sono sempre loro a poter valutare, meglio di altri, quel che è rimasto delle lezioni del precedente quadrimestre, cosa va rinfrescato e cosa è ben sedimentato, quali nozioni aggiungere e quali lezioni rimandare.

In una società degna di questo nome, in cui le persone si ritengono capaci di ricoprire ciascuno il proprio ruolo, senza reggenti e suggeritori di regime, l’educazione dei figli passa attraverso una essenziale complicità tra educatori (insegnanti, catechisti, allenatori, istruttori) e famiglie.

“La scuola è libera e libero ne è l’insegnamento” è un monito che la Costituzione rivolge in primo luogo allo Stato, perché non osi intromettersi. Il dovere/diritto di educare i minori è una potestà che sempre la Costituzione assegna ai genitori, non allo Stato.

Emanare una circolare pure sui compiti delle vacanze vuol dire non credere fino in fondo che quella complicità tra educatori e famiglie, tra scuola e genitori funzioni. È possibile che sia proprio così: che qualcosa, in questi anni, si sia rotto. Ma in quel caso i compiti delle vacanze sono l’ultimo dei nostri problemi, e dovrebbe essere anche l’ultimo dei problemi del ministro dell’Istruzione.

Aggiornato il 19 dicembre 2018 alle ore 11:27