La concretezza del Programma per la concretezza

Dalla fine degli anni Novanta, si sono accavallati leggi e organismi di controllo e valutazione della performance della pubblica amministrazione per combattere l’inefficienza e l’assenteismo nel pubblico impiego. A fronte di un servizio amministrativo percepito, spesso a ragione, come inefficiente, ogni governo e ogni ministro - da Renato Brunetta fino a Marianna Madia - ha pensato di lasciare il suo segno nel migliorare la produttività della Pubblica amministrazione creando ispettorati, piani di valutazione, valutazione dei piani, linee guida del ciclo della performance, cicli di valutazione, organismi di controllo, controlli dei controllori, obiettivi strategici, strategie di monitoraggio. Fiumi di parole e tattiche che, affiancati dai premi di produttività, avrebbero dovuto creare un settore amministrativo moderno e funzionale come un’azienda privata.

La proposta del ministro Giulia Bongiorno di istituire un “Nucleo della concretezza” come ennesimo ufficio di valutazioni e raccomandazioni del buon funzionamento della Pa, con i suoi controlli, piani e programmi, sembrerebbe quindi una proposta inutile e ridondante. Come se non bastassero l’Ispettorato per la funzione pubblica, l’Unità per la semplificazione e qualità della regolazione, gli organismi indipendenti di valutazione e gli stessi dirigenti presso ogni amministrazione, a dover garantire che la Pubblica amministrazione funzioni.

L’Istituzione del Nucleo, che avrà un costo a decorrere dal 2019 di 4.153.160 euro, appare allora come una ammissione di fallimento delle misure del passato, basate su controlli e pianificazioni esterne e interne; ma, al tempo stesso, si dimostra l’ennesima replica di quelle misure. Inutile, pertanto, se la coerenza avesse un senso e l’esperienza insegnasse qualcosa.

Il fatto è che la Pa non potrà mai emulare le forme di incentivo tipiche del settore privato. I dirigenti non sono proprietari di un’azienda, non rischiano in proprio assumendo e mantenendo personale inadeguato e non pagano con i loro soldi le inefficienze del sistema. I funzionari, dal canto loro, non hanno reali incentivi, posto che anche il sistema dei premi di produttività è stato di fatto completamente disatteso.

La retorica della proposta di istituzione del Nucleo della concretezza, con i suoi ammennicoli linguistici e burocratici, farebbe quindi sorridere, se non contenesse, tra le sovrabbondanti disposizioni dedicate alla performance, un articolo, questo sì, molto concreto: lo sblocco del turnover a partire dal 2019.

Secondo le stime della Ragioneria sui pensionamenti prossimi, si tratta di un piano di assunzioni di 450mila dipendenti nel prossimo triennio. Il disegno di legge Bongiorno, che ha appena iniziato l’esame in Senato, è tutto tranne che una proposta inutile: è un grande piano di assunzioni, una promessa sempre apprezzata dagli italiani. A buon rendere, naturalmente.

Aggiornato il 29 novembre 2018 alle ore 10:08