Bassetti e i cattolici che dividono

“Dobbiamo essere capaci di unire l’Italia e non certo di dividerla”, ha detto il Cardinale Gualtiero Bassetti nel primo discorso in qualità di presidente della Conferenza Episcopale Italiana al consiglio permanente dei vescovi italiani. Il proposito è sacrosanto, ma avrebbe bisogno di una aggiunta autocritica formata dall’ammissione che sono proprio alcune gerarchie ecclesiastiche a compiere ogni sforzo non solo per dividere l’Italia ma per azzerarne totalmente la propria identità storica e culturale.

L’esempio più rappresentativo e inquietante di questa realtà è costituito dall’appello sottoscritto da parecchi autorevoli vescovi insieme ai responsabili delle principali organizzazioni del volontariato e dell’impegno sociale cattolico contro la decisione di proclamare Giovanni XIII patrono dell’Esercito Italiano.

La scelta di Angelo Roncalli come patrono dell’Esercito è sicuramente bizzarra. Non solo perché il tempo dei santi patroni si è esaurito nella società secolarizzata e laicizzata. Ma anche perché scegliere il “Papa buono” per le forze armate sembra essere una sorta di auspicio che queste forze o diventino disarmate o non vengano mai chiamate a svolgere una funzione che non può essere in alcun caso buonista.

Ma Roncalli ha indossato la divisa dell’Esercito Italiano. Lo ha fatto durante la Prima guerra mondiale. Ed è stato seguito da decine e decine di sacerdoti che nel corso di quella “inutile strage” sono stati al fianco dei combattenti nelle trincee fornendo la dimostrazione tangibile che dopo la formazione dello Stato nazionale italiano avversato dalla Chiesa nel timore di perdere libertà e indipendenza, la Chiesa stessa, con i suoi preti della giovane generazione, partecipava all’ultimo atto del Risorgimento.

La cultura politicamente corretta dominante anche all’interno del mondo cattolico italiano considera solo una “inutile strage” il primo conflitto mondiale. Ma la partecipazione dei sacerdoti a quella guerra fa parte integrante e inamovibile della storia del nostro Paese in quanto segna la prima forma di reale e concreta conciliazione tra la Chiesa e il popolo italiano composto al tempo di una stragrande maggioranza di cattolici. Il Cardinal Bassetti ha detto che vorrebbe “rimettere a tema l’Italia nella sua interezza: con la sua storia, il suo carattere, la sua vocazione”.

Ma Roncalli, che prima di essere il “Papa buono” è stato un cappellano in divisa e di fatto può essere considerato il simbolo della ritrovata sintonia tra le gerarchie cattoliche e la nazione italiana, fa parte integrante della nostra storia. I vescovi che hanno sottoscritto l’appello contro la scelta di Giovanni XIII a patrono dell’Esercito Italiano non hanno denunciato una bizzarria ma hanno compiuto un atto che pretende di rinnovare e cancellare quella storia che fa parte integrante dell’identità del nostro Paese. Di fatto puntano non a ridare unità all’Italia, ma a spaccarla e a riportarla ad “espressione geografica”. Con questa gente Bassetti non riuscirà mai a dare ai cattolici italiani il compito di “tenere unito” il nostro “fragile” Stato!

Aggiornato il 27 settembre 2017 alle ore 18:56