Lannutti: complottista per tutte le stagioni

Ho letto sul blog di Beppe Grillo una lunghissima invettiva contro Mario Draghi e la moneta unica dei presunti cleptocrati europei a trazione germanica a firma di Elio Lannutti, presidente dell’Associazione difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari e assicurativi (Adusbef) ed ex-parlamentare dell’Italia dei Valori, attualmente iscritto al Movimento Cinque Stelle. Quest’ultimo definito dallo stesso Lannutti “la speranza dell’Italia”.

Nello scritto in questione, rutilante fritto di misto di populismo e complottismo da quattro soldi o, per meglio dire, quattro lire, vista l’irrefrenabile nostalgia che il nostro manifesta per il perduto Eldorado in cui dominava nel Paese di Pulcinella una valuta nazionale. Lannutti definisce l’Euro “la rapina del secolo”, esortando il popolo in marcia a rompere la gabbia monetaria in cui siamo costretti a stare, riappropriandoci “della sovranità svenduta a cleptocrati, tecnocrati e oligarchi, chiamando i cittadini a esprimersi con un referendum”.

Diamo dunque il benvenuto, nel folto e sempre più trasversale gruppo dei cosiddetti euro-scettici, a un altro campione del pensiero economico. Un personaggio che usa la violenza del linguaggio per esortare gli italiani a liberarsi di “tecnocrati, cleptocrati e parassiti, che si nutrono del sudore e del sangue dei popoli”. Tuttavia nella stessa invettiva, in cui il citato saccheggio operato dall’Europa matrigna ai danni dell’Italia, della Grecia e di altri popoli fratelli viene ripetuto ossessivamente ad ogni paragrafo, non c’è traccia dei gravi e sostanziali problemi sistemici che affliggono il nostro Paese da ben prima che entrassimo nell’Euro. Il piccolo dettaglio di una democrazia delle banane che gestisce il consenso attraverso colossali inondazioni di spesa pubblica corrente, lasciando le briciole a quella per gli investimenti, sembra sfuggire all’analisi demoplutocratica del nostro campione del pensiero a Cinque Stelle. Evidentemente, almeno così sembrerebbe, il buon Lannutti ritiene che il più grande debito pubblico d’Europa, frutto di un capillare regime burocratico e assistenziale, e la feroce tassazione che strangola l’economia siano il portato di scelte occulte operate ai danni dell’Italia nelle segrete stanze di Bruxelles.

Ora, si comprende benissimo che l’utilizzo politico del nemico esterno rappresenta da sempre, soprattutto presso le componenti più sprovvedute della cittadinanza, uno strumento propagandistico piuttosto efficace. Tuttavia consiglierei all’agguerrito presidente dell’Adusbef una certa moderazione nei toni e negli argomenti, quest’ultimi presentati come una sorta di Armageddon. Anche perché, se dovesse verificarsi la “liberazione” dall’Euro così auspicata da Lannutti, c’è il concreto rischio che gli stessi cittadini esortati al grande passo, dopo aver sperimentato nel concreto gli effetti di un ritorno alla sovranità monetaria, rincorrano - metaforicamente parlando - con mazze e forconi i loro incauti profeti di sventure. In questo campo la prudenza dovrebbe essere sempre d’obbligo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:56