
La più recente trovata di Matteo Renzi è la governabilità, che significa capacità e possibilità di governare. La governabilità costituisce pure l’ultimo rifugio dei disperati. E Renzi lo è. Il primo turno per i sindaci ha dato la partenza; il secondo turno darà il segnale dell’ultimo giro; il referendum costituzionale sarà la bandiera d’arrivo della corsa che egli perderà. Quando un leader politico comincia a parlare di governabilità, dimostra di essere imballato. È come se dicesse: “Vorrei, ma non posso”. Ora, il capo del governo non può dichiarare di sentirsi o, peggio, di essere impotente. Non può sottintendere: “Io sono adatto e capace a governare, ma il sistema o l’opposizione o il fato me lo impediscono” perchè il sottinteso smentisce la dichiarazione. In politica, o fai e taci, o parli e te ne vai. Stando alle sue logorroiche dichiarazioni, Renzi avrebbe la capacità di governare, ma gliene mancherebbero le possibilità. È credibile? Dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso. Non è forse lo stesso Renzi che vanta di aver realizzato il più vasto programma di riforme della storia recente? Come avrebbe potuto riuscirci se fosse stato impossibilitato?
Al contrario, egli pare potentissimo considerando pure che riesce persino a manovrare, come un cane da gregge, la raccogliticcia maggioranza del Senato. Non ha forse spinto a forza il Parlamento ad approvare una legge elettorale che cancella i senatori che l’hanno votata e i deputati che non saranno scelti da lui? Non ha forse costretto il Parlamento a tagliarsi un testicolo (non tutt’e due, è vero!) in modo da depotenziare la sovranità popolare? Non è stato capace addirittura di far approvare a ineffabili parlamentari una legge elettorale modellata su una riforma costituzionale ancora da approvare, adattando il sistema costituzionale al sistema elettorale anziché viceversa? Com’è tipico dell’uomo politico venuto dalla provincia di Firenze, egli mente per indurre gli sprovveduti a credere che farebbe miracoli se solo ne avesse la possibilità.
Secondo lui, la Costituzione vigente gli lega le mani, che lui vorrebbe del tutto sciolte. Ma questa è proprio l’essenza di una Costituzione! Se con la nostra Costituzione è riuscito a fare tutto quello che ha fatto e ha strafatto e, ciò nonostante, pretende mani ancora più libere per agire, ha gettato la maschera dell’affidabilità e dà chiari segni di sentirsi investito di una missione piuttosto che di una funzione. Chiunque ami il vero costituzionalismo è legittimato a diffidare dei governanti che assimilano o associano il governare all’imporre, senza restrizioni e limiti, le proprie ambizioni e i propri interessi. Che i propri interessi e le proprie ambizioni possano costituire anche rocciose concezioni politiche, non li scagiona. La governabilità non è un valore in sé, a meno che l’ingovernabilità trasmodi in impotenza. Tutto dipende dal come si governa. Ma essa rappresenta un valore solo a condizione che non consenta di fare tutto ciò che il Governo vorrebbe. Se no, come insegna Hume, non avremo “nessuna sicurezza per le nostre libertà e proprietà, eccetto la buona volontà dei nostri governanti; cioè non avremo nessuna sicurezza in assoluto”.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:02